Libero, Alessandro Gonzato. Cantiere Mose: arresti vip in Veneto

Libero, Alessandro Gonzato. Cantiere Mose: arresti vip in Veneto

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La tangentopoli del Nord – Est

Cantiere Mose: arresti vip in Veneto / Fatture false per 10 milioni: in manette anche l’ex segretaria dell’allora governatore Galan

Alessandro Gonzato

 

È un autentico terremoto quello che si è scatenato in Veneto nel settore delle grandi opere. Piergiorgio Baita, amministratore delegato della società Mantovani, una delle imprese di costruzioni più importanti del Nordest – impegnata nel completamento del Mose di Venezia, oltre ad aver realizzato il Passante di Mestre – è stato arrestato dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’inchiesta su un presunto giro di fatture false per oltre 10 milioni di euro.

In manette, assieme a Baita – che è anche vicepresidente di Adria Infrastrutture Spa e con la Mantovani è a capo di una cordata che si è aggiudicata l’appalto per la realizzazione della piastra del sito espositivo dell’Expo 2015 – sono finiti Claudia Minutillo, amministratore delegato di Adria Infrastrutture Spa ed ex segretaria dell’ex governatore del Veneto Giancarlo Galan, Nicolò Buson, responsabile amministrativo della Mantovani, e William Colombelli, presidente della sammarinese Bmc Broker Srl, alla quale nel 2005 la Mantovani avrebbe commissionato sia studi di mercato e attività tecniche inesistenti, sia altri lavori che la società dell’ad Baita avrebbe potuto svolgere in proprio dato che, secondo l’accusa, la Bmc Broker, essendo tutta raggruppata in un ufficio di 50 metri quadrati (peraltro senza fotocopiatrice) non avrebbe avuto le capacità professionali per portare a termine tali incarichi. Nonostante le modeste dimensioni della sua società, Colombelli – che dichiarava un reddito di 12 mila euro – secondo le Fiammegialle, grazie ai 10 milioni di fatture false incassate conduceva una vita da nababbo, possedendo barche, auto di lusso, appartamenti di pregio e due ville, una sul Lago di Como e l’altra sul Lago di Lecco.
Le fatture, relative a lavori per il Mose, sarebbero state pagate tramite bonifici bancari su conti sammarinesi, dopodiché gli importi sarebbero stati prelevati in contanti da Colombelli e poi restituiti in Italia e all’estero a Baita e alla Minutillo, che avrebbe ricevuto e utilizzato fatture fasulle per 2 milioni. Nei faldoni degli investigatori emerge anche una fitta corrispondenza tra la Bmc Broker e altre importanti società venete, come Veneto Strade, Autorità Portuale di Venezia, Consorzio Nuova Venezia, Veneto Acque, Thetis e Passante di Mestre. Gli inquirenti sono al lavoro per capire quali rapporti intercorressero con Colombelli, ma soprattutto come siano state utilizzate le somme rientrate illecitamente in Italia da San Marino.

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