La scaltra manovra a tenaglia di Alleanza riformista che ha preso l’egemonia del gruppo
Per comprenderla è sufficiente elencarne i passaggi
ANTONIO FABBRI – Quella di Alleanza riformista si configura come una vera e propria manovra a tenaglia che con scaltrezza ha fatto terra da ceci nel gruppo consiliare, eliminando partiti e oppositori e, allo stesso tempo, prendendo l’egemonia del medesimo gruppo conseguendone la maggioranza, piazzando un proprio esponente al governo in una posizione chiave per la gestione delle prossime elezioni – la Segreteria agli Interni – e portando in Consiglio Grande e Generale una forza politica mai presentatasi alle elezioni e, pertanto, mai eletta. Adesso punta alla destituzione del capogruppo, avendo isolato i due esponenti del Psd. Una manovra senza dubbio scaltra nella pressoché totale e inebetita inazione degli alleati della lista e del gruppo consiliare di Npr oltre che della maggioranza.
Per comprenderla è sufficiente elencarne i passaggi. Il gruppo consiliare, nominati i Segretari di Stato, è di 8 membri di cui tre del Psd tre del Ps e due di Noi sammarinesi. Il primo ad essere impallinato è Iro Belluzzi, costretto a lasciare il gruppo che diventa di 7 membri, col Psd che passa a 2 esponenti, gli attuali. Poi se ne va, temporaneamente però, Denise Bronzetti: esce dal Ps e da Npr, va nel gruppo misto e nel frattempo imbastisce il rapporto con Rossano Fabbri, intanto uscito dal gruppo di Libera con cui era stato eletto. In Npr si assiste quindi all’eliminazione del Partito socialista, con Alessandro Mancini e Giacomo Simoncini che escono dal Garofano per dare vita assieme a Fabbri, Bronzetti e i Berti ad Alleanza Riformista.
A quel punto il gioco è fatto. Bronzetti torna in Npr portando con sé Fabbri, ottenendo così una schiacciante maggioranza di 5 a 2 nel gruppo consiliare di cui adesso punta a scalzare il capogruppo.
Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23