Decreto ristori insufficiente. Minime e per pochi le erogazioni in denaro
Esenzioni e sgravi fatti passare come “contributi a fondo perduto”. Categorie rassegnate: “Evidentemente meglio di così non si poteva” e chiedono ulteriori interventi
E’ un decreto ristori senza ristori che, tra l’altro, maschera dietro le parole “contributo a fondo perduto” interventi che sono piuttosto sgravi o esenzioni – non è chiaro se ricompresi nei 15-18 milioni stanziati – ma non sono contributi nel senso specifico del termine. Solo la lettera h) prevede un contributo propriamente detto e solo per le fasce più alte di perdita di fatturato. Per capire la portata di questo tanto atteso cosiddetto “decreto ristori”, si può provare a fare un esempio concreto. Prendiamo a riferimento una ipotetica azienda calcolando, per comodità, un fatturato nel 2019 di 100.000 euro. Poniamo che nel 2020 questo fatturato sia sceso a 59mila euro. (…)
Tratto da L’informazione di San Marino
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