L’informazione di San Marino: Dopo le parole di  Gerardo Giovagnoli non c’è molto da fidarsi del tribunale

L’informazione di San Marino: Dopo le parole di  Gerardo Giovagnoli non c’è molto da fidarsi del tribunale

Difficile dire se quando si affidano pensieri su facebook ci si renda conto di quello che si riversa nel social e del ruolo istituzionale che si ricopre.

ANTONIO FABBRI – Dopo le parole scritte ieri dall’ex presidente della Commissione di inchiesta Gerardo Giovagnoli, la fiducia in un tribunale sempre più martoriato, non può che seriamente vacillare. Ecco perché. Commentando una notizia – dai distratti osannata per nuova, ma già nota nella sua genesi ed evoluzione (vedi L’informazione del 16-04-2021) e mescolandola con quella del rinvio a giudizio per il caso dei fondi pensione (anche quella notizia non nuova e già trattata (vedi L’informazione del 22-01-2021) – il presidente Giovagnoli se ne è uscito scrivendo: “Il rinvio a giudizio dei vertici di banca CIS mi inorgoglisce in qualità di ex Presidente della Commissione d’Inchiesta apposita. Il lavoro fatto dai  Commissari, a nome di tutte le forze politiche, aveva già analizzato e ricostruito i fatti e le cifre come ora esplicitate anche nel provvedimento del Tribunale. È chiaro che per giungere a tale risultato è servita la collaborazione di diversi organi dello Stato, compreso il tribunale stesso e la gestione pro-tempore di banca CIS. Cionondimeno sono soddisfatto per la corrispondenza tra il nostro lavoro e quello degli inquirenti (…)”.

Cioè Gerardo Giovagnoli dice in sostanza che, di concerto, l’azione coordinata della politica, del Commissario straordinario Bonfatti, e di una parte del tribunale ha portato a rimodellare, come la politica desiderava, questi rinvii a giudizio. Ora, non c’è dubbio che questa uscita sia quanto meno improvvida oltre che capace di disturbare il sereno svolgimento di processi che devono ancora iniziare o riiniziare.

Poi, fiancheggiato nel suo post dai vari consiglieri Emanuele Santi, Francesca Civerchia, Giovanni Zonzini – che evidentemente a loro volta hanno qualche difficoltà a intuire come gestire opportunità e contegno istituzionali – Giovagnoli si è profuso in affermazioni del tipo: una parte di tribunale è buona e una cattiva.

Per fare capire quanto siano devastanti queste affermazioni, è sintetico e lapidario un post che replica a Giovagnoli: “…Per farla breve, abbiamo due Tribunali? Prova a pensare al semplice cittadino che si rivolge, per un qualsivoglia problema giudiziario, anche minimo, quale tipo di richiesta debba fare”.

Eggià, ma al semplice cittadino non ci pensano, perché in tribunale non ci vanno mai, e non si rendono conto di chi subisce ingiustizie anziché ottenere giustizia. Non ci vanno manco a vedere un semplice processo per incidente stradale, dove la vittima non riesce ormai nemmeno più ad avere il risarcimento dei danni. E allora, dopo le parole di Giovagnoli, le persone dovrebbero avere ancora fiducia in questo tribunale?

Le persone che fanno fatica a trovare gli avvocati che rifiutano le difese perché magari l’assistito è politicamente inviso a qualcuno, che giustizia possono sperare con un Giovagnoli che parla di un tribunale che “collabora” con la politica nel produrre atti?

Quei cittadini che si sono visti spostare i fascicoli svariate volte, possono fidarsi del tribunale? Quelli che vedono i diretti interessati praticamente scegliersi il giudice che più gli aggrada, in che imparzialità devono credere?

E cosa devono pensare quelli che vedono il presidente della commissione di inchiesta scrivere, di fatto: il tribunale ha fatto pari pari quello che abbiamo detto e scritto noi?

Se tutto questo inorgoglisce il presidente, contemporaneamente ha già affossato la giustizia.

 

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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