L’Informazione di San Marino: “Istruttoria superficiale e imputazioni sbagliate: processo da rifare da zero”

L’Informazione di San Marino: “Istruttoria superficiale e imputazioni sbagliate: processo da rifare da zero”

“Istruttoria superficiale” e imputazioni sbagliate: processo da rifare da zero. Accusa sottrazione di files aziendali e di un hard disk da parte di un ex dipendente. Caso penalizzato da una indagine inadeguata sia per la difesa che per l’accusa

ANTONIO FABBRI – Il caso potrebbe essere molto grave oppure non esserlo affatto, ma le indagini sono state fatte in maniera talmente approssimativa e incompleta che nel processo si dovrà ripartire praticamente da zero con il rischio che non si riesca a venirne a capo. È emerso ieri durante la prima udienza di un caso in cui si tratta di danneggiamento informatico e sottrazione di dati, anche se sono stati contestati appropriazione indebita e danneggiamento mancato, nonostante il Codice preveda fattispecie specifiche. Il fatto che a rilevare questa carenza di indagini siano state sia la pubblica accusa, la Procura fiscale, sia la difesa, e conseguentemente anche il giudice che ha condiviso le considerazioni espresse delle parti, è indicativo di come sia stata condotta la fase inquirente dal commissario della legge Elisa Beccari.

Le questioni preliminari Il processo si è aperto ieri davanti al Commissario della legge Simon Luca Morsiani con le questioni preliminari su un capo di imputazione scarno e che contesta, si diceva, appropriazione indebita e danneggiamento mancato. In sintesi il fatto vede un ex dipendente di un’azienda accusato di essersi introdotto nottetempo nella sede di cui aveva le chiavi, di essersi appropriato di un hard disk eterno, di dati informatici – elenco clienti e files grafici – e di avere cancellato dati dell’azienda dai server. Questo quanto contenuto nella denuncia dell’amministratore della stessa società presentata a suo tempo alla Gendarmeria. “A fronte della denuncia e a seguito dell’ultimo rapporto della Gendarmeria, emerge che viene lamentata la sottrazione dell’hard disk, la cancellazione di dati e files. L’inquirente contesta l’articolo 197, appropriazione indebita, e l’articolo 203, danneggiamento mancato. Ma il nostro codice penale dal 2016 prevede fattispecie di reato più confacenti al caso come descritto in denuncia. Infatti oltre al danneggiamento tradizionale dell’articolo 203, prevede il 203 bis, danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici, a cui penso ci si possa riferire in maniera più attinente nel caso di cui discutiamo. Non solo. Per come sono ricostruiti i fatti nell’esposizione, c’è anche l’articolo 204 ter, frode informatica.

Nell’esposizione del fatto vengono evidenziate attività di sottrazione di notizie, con sottrazione i dati relativi a clienti, quindi un tentativo inquadrabile come frode previsto per chi altera cancella dati elettronici, interferisce, per procurare a sé od altri un ingiusto profitto. Sono fattispecie tipiche in caso in cui si denuncia che sono stati sottratti dati informatici. Allora la Procura fiscale dovrebbe chiedere la remissione in istruttoria, per verifica applicabilità e la contestazione di queste norme che sembrano sconosciute all’inquirente”.

Ma non finisce qui. “Poi vado a vedere cosa è stato fatto nei dati acquisiti e riscontro che non è stata fatta nessuna attività atta ad accertare quello che era accaduto. Come facciamo, adesso a distanza di più di un anno, ad accertare cosa mancava dall’hard disk? Chiedere una remissione per una contestazione più appropriata sarebbe una questione di principio, ma nella realtà improponibile, perché oggi c’è l’impossibilità di poter giungere a delle indagini fruttuose”. La società, tra l’altro, è fallita. “C’è la difficoltà di raccogliere oggi le prove irripetibili, a distanza di due anni” che dovevano in sostanza essere raccolte subito, con le verifiche del caso, ha affermato il procuratore del fisco Roberto Cesarini. “Andare adesso a fare acquisizioni di prove sarebbe del tutto inutile del tutto inutile”.

Alle difficoltà sollevate dal Pf si è associata anche la difesa dell’imputato, sostenuta dall’avvocato Gianna Burgagni: “L’istruttoria è stata fatta in modo molto superficiale, non solo per la procura fiscale, ma anche per chi è imputato. Come è possibile che sia stato disposto il rinvio giudizio di fronte a cose così imprecise che non ci stata data la possibilità di chiarire. E’ difficile trovare prove oggi, la società fallita, c’è stato già il pignoramento di tutti i beni, i server non ci sono più, prima si era detto che erano stati sottratti e poi sono ricomparsi. E’ evidente che, se dal punto di vista interpretativo posso essere d’accordo con le prime eccezioni, non ho interesse che vengano aggravate le imputazioni per il mio assistito. Lei Commissario si trova a discutere un procedimento dove l’istruttoria la dovremo fare qui. Anche io non voglio chiedere la remissione in istruttoria, sarebbe inutile”.

La difesa, che contesta contenuti e modalità della denuncia, rileva un “comportamento non corretto anche di chi ha svolto le indagini e ha portato a un procedimento che anche per lei è molto difficoltoso. C’è una carenza probatoria ed è anche un pochino colpevole rinviare a giudizio una persona per appropriazione indebita, quando ci sono quattro fotogrammi dove non c’è praticamente nulla. Onestamente qui di fatti reali non abbiamo nulla”. Ha detto la difesa.

Il Commissario della legge, dato atto delle eccezioni preliminari e tenuto conto “della interlocuzione svolta dalle parti, valutato che, in ragione delle ipotesi di reato apparentemente più aderenti al fatto contestato richiamate dal procuratore del fisco l’eventuale regressione in istruttoria non apparirebbe comunque oggi utile ad un migliore accertamento dei fatti in oggetto”, ha disposto procedersi oltre. “Qui il processo è da rifare da zero, Commissario”, ha poi affermato il Procuratore del fisco una volta sentiti i testimoni di ieri, il denunciante e un dipendente dell’azienda, che hanno riportato circostanze, già a suo tempo presenti in denuncia, da approfondire e non approfondite in istruttoria.

Le testimonianze Sentiti ieri il presidente del Consiglio di amministrazione dell’azienda che ha a suo tempo sporto denuncia e che ritiene che la sua impresa sia stata affossata proprio dall’azione dell’imputato. L’imputato “per me era come un fratello, mi sono sentito pugnalato alle spalle”. Ha detto il presidente del Cda che era anche socio al 50% dell’azienda assieme alla moglie del dipendente imputato e al suocero che avevano ciascuno il 25% delle quote. Una attività in salute, ma con una strana carenza di liquidità. Finché, quando sono iniziate delle tensioni tra i soci, “ho controllato il conto e ho visto un disastro”. Uscite e prelievi anomali a favore dell’imputato, 50 del riminese, e la moglie, appunto socia al 25% dell’azienda.

“Qualche tempo dopo un tecnico informatico riscontrò un processo di cancellazione dell’intera memoria aziendale, che si riuscì a bloccare. Si decise allora di visionare le immagini delle telecamere, anche queste cancellate; salvo pochi secondi, rimasti probabilmente nel circuito”. In questi pochi secondi quali il teste ha riconosciuto l’imputato avvicinarsi nottetempo all’edificio. Risultarono sottratti i riferimenti dei clienti e i files grafici.  In seguito l’imputato passò ad altra azienda e l’impresa subì anche la migrazione dei maggiori clienti, finché, tra covid e questi episodi “che mi hanno tagliato le gambe perché da un momento all’altro non avevo più nulla”, l’azienda è finita in procedura fallimentare tuttora in corso.

Una ricostruzione che è stata avallata anche da un secondo testimone, all’epoca dipendente del commerciale dell’azienda, che ha parlato anche di messaggi whatsapp, che però, sempre a proposito di carenze istruttorie, non sono stati acquisiti. Una ricostruzione che però la difesa contesta ritenendo come sia “tutto un po’ strano”, comprese le successioni temporali, una perizia fatta fare da un tecnico, chiamato ieri come testimone che però non si è presentato. Testimone del quale è stata chiesta la riconvocazione, così come la convocazione di altri testi, tra cui gendarmi che hanno fatto il sopralluogo, con riserva di convocarne altri, per supplire alle carenze istruttorie riscontrate.

Il processo è stato aggiornato al 13 dicembre.

 

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy