San Marino. Amministrazione infedele, ex vertici di Asset prosciolti da tutte le accuse

San Marino. Amministrazione infedele, ex vertici di Asset prosciolti da tutte le accuse

Rassegna stampa – Per il giudice non ci fu la continuazione e la prescrizione è intervenuta prima dell’avvio del procedimento per Ercolani Assoluzione per Tabarrini

ANTONIO FABBRI. Si è chiuso con la sentenza il processo a carico di Stefano Ercolani e Barbara Tabarrini per amministrazione infedele e ostacolo alla funzione di vigilanza, con il proscioglimento da tutti i capi di accusa. L’udienza di ieri ha visto la deposizione degli imputati e poi le conclusioni. Ha esordito l’ex presidente di Asset, Stefano Ercolani. “Questa operazione – ha detto riferendosi al processo – è servita principalmente per chiudere l’istituto da me diretto. Operazione presentata dall’avvocato Sommella” che fece a suo tempo la denuncia. “L’erogazione del credito – ha detto Ercolani – ha come titolare effettivo una persona che a priori meritava credito e la banca si è comportata sulla base dei regolamenti vigenti. Tra l’altro Asset Banca si è sempre prestata a intervenire sul sistema”.

Lo ha fatto, come sostenuto anche da Bevitori, anche con queste somme che erano destinate a capitalizzare Sefi. Asset è stata sempre pronta al richiamo del direttore generale di Bcsm, sempre pronta per le necessità indicate da Bcsm. Sefi aveva necessità di liquidità per poter rimanere in vita. Quindi andava aiutata attraverso un versamento di capitale sociale”.

Asset era una banca con molta liquidità, ha detto Ercolani, e con questa operazione “sono entrati in Asset”. Il soggetto beneficiario del credito era solvibile secondo Ercolani: “Se il sistema di San Marino avesse vuoto tanti Bevitori, forse gli Npl sarebbero stati meno”, ha detto.

Quindi ha parlato della “cricca” accusando Daniele Guidi e richiamando le imputazioni che interessano altri procedimenti aperti nel tribunale sammarinese.

“Questa operazione – ha detto poi Barbara Tabarrini rimarcando quanto detto da Ercolani – è stata il cavallo di Troia per poter entrare in Asset dove non avevano trovato nulla”. Ha richiamato l’operazione di sistema Sefi, la finanziaria del gruppo De Biagi. “Sefi doveva concludere anche con le altre banche, poi in Bcsm è arrivata la cricca e tutto si è bloccato. Da parte nostra – ha aggiunto Barbara Tabarrini – abbiamo trattato diligentemente tutta questa operazione. Ritengo di essermi comportata diligentemente nel valutare il merito creditizio in questa operazione. Ma – ha aggiunto – bisogna guardare le carte con gli occhi di chi vuol guardare la verità dei fatti”. Quindi si è passati alle conclusioni.

Le conclusioni di parte civile e Procura fiscale Ha esordito la parte civile, Banca Centrale, con l’avvocato Lara Conti. “La costituzione di parte civile – ha voluto precisare iniziando – è stata fatta per motivi di opportunità, perché si tratta di reati, come quello previsto all’ultimo capo, che parlano di omessa segnalazione e ostacolo alla vigilanza. E’ vero che da quando si sono svolti i fatti c’è stato un cambio di governance in Bcsm e bisogna dare atto di quello che l’attuale governance ha fatto nel combattere la stessa cricca.

Per quanto riguarda il capo di imputazione “riteniamo che emerga come la segnalazione non sia stata fatta e che ci siano elementi sufficienti per giungere a pronuncia di condanna”. La parte civile ha chiesto il risarcimento del danno.

La Procura fiscale, dopo aver replicato a quelle che ha percepito come insinuazioni nei confronti dello stesso Pf ha evidenziato il proprio accordo, circa l’operazione contestata, con le conclusioni del perito d’ufficio.

Quanto alla trasparenza dell’operazione il Pf Roberto Cesarini ha detto: “Se era un finanziamento a Sefi, come abbiamo sentito anche oggi, perché non erogarlo direttamente a Sefi che poteva garantire con i locali del Wtc? Perché se si tratta di un intervento di sistema non farlo direttamente con Sefi e nemmeno personalmente con Bevitori, ma con la società di Ab invest, il cui Amministratore può cambiare. Quello che è stato fatto è un modo per celare l’effettivo beneficiario del finanziamento. Se era la Sefi la beneficiaria effettiva, doveva risultare”. Il Pf ha tuttavia richiamato quanto aveva già sollevato a inizio processo, ovvero la maturata prescrizione delle condotte già nel maggio 2023 e, per un altro capo, “del quale va precisata la diminuzione di un grado per il misfatto mancato, a gennaio 2021”. Mentre per il capo di imputazione dell’ostacolo alla funzione di vigilanza il Pf ha riscontro l’insufficienza di prove chiedendo quindi per questo capo l’assoluzione per- ché “non consta abbastanza”.

La difesa Ercolani-Tabarrini Quindi è stata la volta dell’avvocato difensore Alessandro Stolfi, che ha sollevato quelle che ritiene una serie di anomalie dell’indagine. “Se guardiamo i fatti effettivamente sembrano esserci elementi di anomalia. Quesiti degli inquirenti al Consulente tecnico di ufficio che risultano tendenziosi; integrale rigetto dei quesiti della difesa da sottoporre Ctu; rinvio a giudizio senza interrogatorio degli stessi indagati nonostante abbiano fatto riserva di essere ascoltati”. Poi anche l’avvocato ha parlato della “cricca” al vertice di Bcsm. Per l’avvocato questa denuncia “è stato il grimaldello criminale per destituire il management della banca e i suoi soci. I provvedimenti successivi di Sommella si basano sui fatti di questo procedimento”. Quindi per il difensore c’è stato un finanziamento “a un soggetto solvibile”. Ha quindi rigettato tutte le accuse sia dal punto di vista dell’elemento oggettivo che dell’elemento soggettivo, chiedendo l’assoluzione. Per effetto della stessa ha poi chiesto i danni a Banca Centrale, quantificati dalla difesa in 72mila euro per Ercolani e in 144mila euro per Tabarrini.

La sentenza Dopo circa mezz’ora i camera di consiglio è arrivata la sentenza del Commissario della legge Simon Luca Morsiani: per il primo capo di imputazione, relativo ai punti a e b, cioè le prime erogazioni di finanziamento, il Commissario della legge ha ritenuto non esserci continuazione tra le varie le condotte contestate e pertanto ha dichiarato non doversi procedere per intervenuta prescrizione prima dell’apertura del procedimento nei confronti di Ercolani, mentre ha assolto Tabarrini per non aver commesso il fatto.

Quanto alla lettera C, l’ulteriore finanziamento, ha escluso la punibilità per “intervenuta desistenza volontaria” dal reato, così venendo meno l’elemento necessario del reato del danno al patrimonio.

Quanto all’ostacolo alla funzione di vigilanza ha assolto entrambi per insufficienza di prove. Non essendoci i presupposti il giudice, ha negato il risarcimento del danno a Banca Centrale ma ha allo stesso tempo rigettato anche le richieste di danno della difesa che chiedeva a loro volta i danni a Via del Voltone.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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