San Marino. Offese a Segretario di Stato da Fb, assolta perché non è provato che il profilo social fosse il suo

San Marino. Offese a Segretario di Stato da Fb, assolta perché non è provato che il profilo social fosse il suo

Rassegna stampa – I post incriminati prendevano di mira in particolare il Segretario di Stato Teodoro Lonfernini

ANTONIO FABBRI. Assolta perché non consta abbastanza che sia colpevole. Con questa formula il Commissario della legge Simon Luca Morsiani ha assolto Alessandra Filippini, moglie dell’ex segretario di stato Marco Podeschi, che era accusata di offesa a persona investita di pubblici poteri per dei post su facebook, comparsi su un profilo che l’accusa riteneva a lei riconducibile. Post nei quali comparivano – negli ultimi mesi del 2020 – insulti e ingiurie che avevano preso di mira in particolare il Segretario di Stato Teodoro Lonfernini. La donna ha dal canto suo sempre negato che quei post fossero suoi, da un lato affermando di avere chiuso il proprio profilo facebook nel 2017, e dall’altro sostenendo che il proprio account sul social network fosse stato hackerato.

In effetti dal dibattimento non è emerso che quel profilo, poi cancellato e quindi scomparso dalla rete nel 2021, fosse riconducibile alla donna.

Ieri le conclusioni delle parti, nelle quali l’Avvocatura dello Stato, con l’avvocato Alessandra Belardini, aveva chiesto la condanna al risarcimento alla Camera, da quantificare in sede civile, ritenendo che le testimonianze raccolte e una serie di circostanze deponessero per la penale responsabilità della donna. Stessa posizione del Procuratore del fisco Roberto Cesarini che, sulla base delle testimonianze raccolte, ha ritenuto che vi fossero indizi concordanti sufficienti per ricondurre la paternità di quei posti alla donna, e ha quindi chiesto la condanna a sei mesi, pena sospesa.

Non così per l’avvocato difensore, Enrico Carattoni, che ha anzi evidenziato come non fosse stata mai fatta una indagine sull’indirizzo IP dei device di provenienza di quei post, come confermato ieri in udienza dall’Ispettore Paolo Morri sentito come testimone, il quale ha confermato come alla Pg le richieste circa quel fascicolo fossero arrivate a distanza di tempo, quando il profilo facebook non esisteva già più ed era impossibile quindi procedere ad un approfondimento di quelle indagini.

Su questa mancanza di identificazione di chi effettivamente avesse postato le frasi ingiuriose e sulle incertezze di una testimonianza che doveva essere quella che indicava l’imputata come autrice di quei post, ha posto l’accento l’avvocato Carattoni chiedendo l’assoluzione della propria assistita. Assoluzione che è arrivata, per insufficienza di prove, con la sentenza del Commissario della legge Morsiani.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy