Livio Bacciocchi e la riflessione sul dialogo mancato con Banca di San Marino

Livio Bacciocchi e la riflessione sul dialogo mancato con Banca di San Marino

Riceviamo e pubblichiamo

“Buongiorno a tutti,

il 20 febbraio u.s. concludevo il mio comunicato con una speranza ed un auspicio, e cioè che “non tutti all’interno di Banca di San Marino, siano d’accordo con l’atteggiamento sino ad ora assunto nei miei confronti e si facciano avanti per aprire un dialogo costruttivo, onesto e leale, con l’obiettivo comune di definire nel migliore dei modi tutte le questioni pendenti”.

Leggendo il giornale L’Informazione di sabato 22 aprile e di ieri domenica 23 aprile, mi rendo conto che l’atteggiamento altezzoso, autoreferenziale e autoritario adottato nei miei confronti, è il medesimo adottato dalla dirigenza di BSM e dalla Fondazione, nei confronti degli altri soci.

Il modo di operare dei vertici di BSM, nella opacità, nel disprezzo dei rapporti umani e dei diritti di ciascuno, trova conferma in questo ennesimo atto di forza della dirigenza di BSM, che, dall’alto della sua torre di avorio, impone il suo diktat, senza accettare dialogo, mediazioni e compromessi onorevoli.

Bene fa quel gruppo di soci dell’Ente Cassa, anche a mezzo comunicati, a “difendere la Banca”, rispetto ad una dirigenza guidata da professionisti, che ad avviso del sottoscritto, e me ne assumo la responsabilità, pensano più agli interessi delle lobby che rappresentano, piuttosto che all’interesse della Banca e del Paese.

D’altra parte, gli evidenti conflitti di interesse fra presidenza della Banca e studi professionali che la rappresentano, non possono che generare svantaggi per la Banca stessa.

Non ho timore di essere smentito se dico e affermo che in questi ultimi quindici anni Banca di San Marino si è allontanata dalla gente, dai problemi reali, dal dialogo con i cittadini/clienti, che spesso si trovano in difficoltà per il periodo negativo che da anni imperversa nel Paese.

Ebbene, mentre da parte degli altri Istituti di Credito Sammarinesi non è stata, e non è, mai negata la possibilità di incontrarsi e discutere per trovare una composizione, con Banca di San Marino – e lo dicono molti professionisti coi quali ho avuto modo di confrontarmi –  non si tratta mai; sembra proprio esservi un interesse a mantenere alto il numero dei contenziosi giudiziari.

E’ altresì noto, e il mio caso ne è la prova provata, che Banca di San Marino, per ottenere titoli esecutivi, utilizzi un metodo mai utilizzato da altre banche, e cioè la sottoscrizione di “dichiarazioni di debito astratte”: questo le consente di non rendere conto né di come si sia formato il (presunto) credito, né della legittimità dello stesso.

E’ del tutto evidente che se la Fondazione intende cedere una parte del suo pacchetto azionario, è costretta a farlo per esigenze di cassa; d’altra parte, il finanziamento erogato da Banca Agricola Commerciale con iscrizione di pegno sulle azioni, nel febbraio del 2022, era già un segnale molto chiaro delle difficoltà di liquidità in cui versa Banca di San Marino. Lo stesso vale per l’iscrizione di ipoteca sulla sede della Fondazione, unico bene rimastole.

Lungi da me di trovare delle soluzioni ai problemi di BSM: certamente l’atteggiamento che Banca di San Marino ha tenuto e tiene nei miei confronti, è sintomatico di un modus operandi che, in una realtà microscopica come quella di San Marino, non può portare alcun beneficio ed a lungo termine si ripercuote sulla credibilità e reputazione della banca stessa.

Vorrei ancora sottolineare che io chiedo semplicemente di dare esecuzione ad un accordo predisposto e voluto dalle società del gruppo Banca di San Marino, sedendoci attorno ad un tavolo ed esaminando tutte le poste attive e passive. Se alla fine dei conteggi, io dovessi risultare debitore, non avrò problemi a rispettare e dare corso a tutte le modalità di estinzione del debito, già previste nell’accordo.

Non voglio approfittare di questo momento critico di Banca di San Marino, ma credo e ritengo che il modo migliore per affrontare i periodi difficili, sia quello di abbassare i costi ed eliminare più possibile il contenzioso giudiziario, che per la banca rappresenta un costo annuale spropositato.

Concludo con un altro auspicio, e cioè che Banca di San Marino possa tornare ad essere, come lo è stato fino ai primi anni 2000, un punto di riferimento per le esigenze finanziarie del Paese, ma anche una banca che predilige il dialogo, l’ascolto e la composizione amichevole, anziché lo scontro giudiziario; scontro che arricchisce solo qualcuno, e non certo la banca.

Livio Bacciocchi”

 

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