L’opposizione non vuole Gatti all’incontro coi capigruppo

L’opposizione non vuole Gatti all’incontro coi capigruppo

L’opposizione chiede chiarezza sulle
dimissioni del segretario di Stato per le Finanze, Gabriele
Gatti. Ed e’ pronta, “per coerenza”, a disertare domani
pomeriggio l’incontro con il governo su pacchetto trasparenza e
riforma fiscale qualora il ministro dato per uscente fosse
presente.
“E’ opportuno che la mano passi agli altri nove congressisti”,
attacca il capogruppo del Partito dei socialisti e dei
democratici, Claudio Felici. Che poi aggiunge: “Confidiamo nel
suo senso di responsabilita’. Sarebbe sconveniente se facesse il
maestro di cerimonia e noi vogliamo instaurare un nuovo rapporto
con il governo sui temi importanti per il Paese”. Dello stesso
avviso il collega di Sinistra unita, Ivan Foschi, che chiede
chiarezza sulle dimissioni: “Fa le valigie- si interroga- o e’
tutta una finta? Se e’ dimissionario la sua presenza a illustrare
una riforma fiscale stride, non ci sembra opportuna”. Opposizione
compatta, dunque, come era gia’ avvenuto in Consiglio grande e
generale quando a marzo non aveva partecipato al dibattito sulla
relazione del segretario Gatti proprio sulla riforma fiscale.
Di “situazione surreale” parla il consigliere dei Democratici
di centro, Giovanni Lonfernini. “Ero perplesso- spiega- la scorsa
settimana, quando in un comunicato il Patto sosteneva bellamente
che per fare squadra bastava soltanto allineare maggioranza,
governo e Paese. Saremmo ancor piu’ perplessi se domani, nel
corso dell’incontro promosso dal governo, trovassimo in
delegazione, magari nel ruolo di relatore, il dimissionato
segretario delle Finanze”.
Certo, aggiunge Lonfernini, evitare
la black list, cosi’ come normalizzare i rapporti con l’Italia,
e’ fondamentale per il Titano. Cosi’ non fosse, si corre il
rischio di “precipitare all’interno di una vera e propria
emergenza”. Ma la presenza di Gatti all’incontro di domani,
stigmatizza Lonfernini, “ridicolizzerebbe la maggioranza dopo
avere chiuso una pesante verifica interna. Saremmo di fronte a
una vera e propria farsa”. E comunque, conclude, il confronto
nasce gia’ “limitato dal fatto che il coinvolgimento si apre ben
oltre il tempo di recupero, dopo un percorso tecnico, politico e
diplomatico gia’ concluso”.
Non molto distante la posizione del segretario del Partito
socialista riformista sammarinese, Simone Celli. Che giudica
“anomalo il percorso intrapreso dal governo per l’adozione del
cosiddetto pacchetto trasparenza, in quanto portato avanti da un
segretario di Stato per le Finanze dimissionario e ancor di piu’
condotto senza alcun tipo di coinvolgimento delle forze di
minoranza”. Ancora una volta, accusa Celli, l’opposizione si
trova di fronte “a una semplice presa d’atto di un lavoro gia’
definito dall’esecutivo”. Le nuove normative sono state gia’
presentate all’Italia e la nota diplomatica inviata ieri alla
Farnesina ha ribadito il concetto. Dunque, conclude il
segretario, “il Psrs ritiene che al momento non ci siano le
condizioni per l’avvio di un confronto serio sulla riforma
fiscale”.

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