Marco Tura, che delusione! Leonardo Raschi, Arengo e Libertà

Marco Tura, che delusione! Leonardo Raschi, Arengo e Libertà
Marco Tura, che delusione!
Avevamo riposto molta fiducia nel nuovo Segretario della CDLS (Confederazione Democratica Lavoratori Sammarinesi), Marco Tura. Pensavamo ed auspicavamo che la sua nomina segnasse un punto di discontinuità rispetto al suo predecessore alfiere di un sindacalismo conflittual-marxista che non ci è mai piaciuto. Invece nulla di tutto ciò è accaduto. I primi passi del neo segretario sono stati all’insegna di una perfetta linea di continuità rispetto al passato.
Egli infatti si è lasciato trascinare in tre scioperi generali a carattere politico che non avevano né capo né coda. Non solo, egli si è lasciato andare a dichiarazioni di questo tenore: “il sindacato sciopera perché il governo è in mano alle lobby”. Come si permette il signor Tura di fare delle affermazioni del genere? Se ha delle prove faccia nomi e cognomi altrimenti non si avventuri su questi terreni e taccia. Vorrei ricordare al signor Tura che la stragrande maggioranza degli attuali Segretari di Stato sono facce nuove della politica, che non hanno sedimentazioni ed incrostazioni di potere.
Sulla loro dirittura morale sarei pronto a mettere la mano sul fuoco. Forse che la CDLS è succube della Confederazione Sammarinese del Lavoro (che d’ora in avanti chiamerò FIOM-CSdL)? Che cosa sta succedendo nella CDLS? E’ ancora un sindacato di ispirazione cattolica? C’è ancora una colleganza con il partito della Democrazia Cristiana? Va bene l’autonomia sindacale ma una certa vicinanza in più non guasterebbe. Oppure la CDLS è diventata il sindacato dell’Upr?
Non è sfuggito a nessuno infatti che l’Upr sin dalla sua nascita (ma anche prima con gli EPS e DDC) abbia iniziato a lisciare il pelo per il verso al sindacato. Addirittura in occasione della festa del 1 Maggio hanno comprato degli spazi pubblicitari sui giornali locali per celebrarne l’evento! Neanche Sinistra Unita è arrivata a tanto. La Centrale Sindacale Unitaria nata nel 1976 dall’unione del sindacato socialcomunista (FIOM-CSdL) con il sindacato di ispirazione cattolica (CDLS) è sempre stato un sindacato conflittual-marxista.
Un sindacato non più adatto nell’era dell’economia dei servizi e della globalizzazione. Col tempo la CSU è diventata un monolite che esercita un dominio ferreo sulla pubblica amministrazione, nei consigli di fabbrica e nelle aziende. E’ ora che la CSU si sfaldi perché ha esaurito la sua spinta propulsiva a favore dell’emancipazione dei lavoratori. Era tanta l’esigenza che si sentiva a San Marino di un sindacato riformista che qualche anno fa è nata l’USL (Unione Sammarinese dei Lavoratori) che in poco tempo ha raccolto più di un migliaio di lavoratori. Ma per Marco Tura ci sarà ancora una prova d’appello.
Lo aspettiamo tutti al varco del rinnovo del contratto industria. Vediamo se seguirà il suo omologo italiano, il leader della CISL Raffaele Bonanni, che in Italia ha avuto il merito di svincolarsi dalla CGIL-FIOM rompendo l’unità sindacale e facendo accordi alla Fiat e altrove. E’ ormai da troppo tempo che non si fanno accordi sindacali a San Marino. Si dia alle aziende la flessibilità che richiedono. La CSU ama ripetere spesso che a san marino occorre promuovere l’economia vera cioè quella produttiva. Siamo d’accordo ma dalle parole debbono discendere i fatti. Mettiamo in condizione le nostre grandi aziende di competere alla pari con le altre aziende italiane e del mondo. Prima che le grandi aziende se ne vadano da San Marino. Prima che sia troppo tardi.
Leonardo Raschi
Arengo e Libertà
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