Non sara’ un’universita’ a scartamento ridotto. Angela Venturini, Unione dei Moderati

Non sara’ un’universita’ a scartamento ridotto. Angela Venturini, Unione dei Moderati

Non sarà un’università a scartamento ridotto
Stupisce che la maggioranza, dopo le relazioni nel governo, quelle nel Patto (anche con la presenza di tecnici) avanzi dei dubbi sul progetto per una facoltà di medicina e chirurgia. E lo faccia in televisione, piuttosto che nelle consuete sedi politiche. Questo fa sorgere un altro tipo di dubbi…
Ma rimaniamo in argomento. Si teme per i costi, per una sede adeguata, per la qualità dei docenti, addirittura per il riconoscimento dei titoli. Insomma, che sia un’università a scartamento ridotto.
Il progetto dice tutt’altro. Dice che si autofinanzierà, quindi non peserà sul bilancio asfittico dello Stato. E neppure sulle due facoltà attualmente in vigore, che costano oltre 3 milioni di euro.  
I conti sono stati fatti da esperti di numeri e di gestione universitaria, ed è stato predisposto un vero e proprio business plan manageriale (non ne sono mai visti per altri progetti).
Il primo triennio, parte teorica, si frequenterà a San Marino. Si insegnerà in inglese con sistemi interattivi e simulatori per riprodurre quadri clinici (impensabile fino a 10 anni fa). Questa è la prima chiave di volta che si discosta dagli atenei italiani, quindi con scenari professionali assolutamente nuovi.
Il secondo triennio si farà con le valigie. La parte pratica (San Marino non ha un policlinico) sarà di full immersion in strutture straniere, con le università convenzionate. Tra queste: Bologna, Ferrara, Pisa, Catanzaro, Roma (La Sapienza), Udine, Ancona, Perugia, Chieti, Grenoble, Oporto, Londra. La didattica si avvarrà del  progetto Apple Educational per fare lezioni teoriche raggiungendo gli studenti in qualsiasi parte stiano facendo pratica. Una struttura tecnica che lavorerà in streaming, soprattutto sulla post produzione.
Il prodotto finale sarà di assoluta qualità. Ma questa  è anche la base per un parco tecnologico (che vive di biotech).
A questo punto non c’è concorrenza con le università vicine. Anzi, sono tutte direttamente interessate, con i loro docenti che arriveranno a San Marino con un contratto di docenza a termine.
Le selezioni degli studenti si faranno in inglese. Ne saranno ammessi 100/110; tra questi, dieci studenti sammarinesi, più cinque extracomunitari (tutti con selezione); il 10% percento entrano per merito o per reddito. Ci sarà quindi un’attenzione particolare ai più bisognosi e ai più meritevoli.
Chi si intende di numeri, ha calcolato che questo progetto porterà a San Marino un indotto pari a 15/20 milioni di euro all’anno. E tutto ciò, occorre sottolinearlo, promana dall’accordo siglato lo scorso anno sul riconoscimento dei titoli (si vada a leggere l’articolo 7). Di più, l’Italia ci ha detto che l’università è considerata una discriminante per la firma degli accordi. Sottotitolo: cari sammarinesi, riuscite a creare un’economia nuova, pulita e non più fatturiera?
La sfida è servita, ma possiamo dire di essere pronti? Certo che no: non abbiamo strade veloci, né servizi e neppure la mentalità, visto quello che sta succedendo. Ma se non si parte, non saremo mai pronti, neanche fra dieci anni.
Possiamo permetterci di non partire? Anche qui la risposta è no.
Non si vedono altri progetti all’orizzonte, anche il famoso Allegato Z è continuamente immolato sull’altare dei rimandi. Siamo al quarto anno di crisi e non si vede il fondo. San Marino è sull’orlo del baratro. Prego si accomodino Lorsignori, basta solo dare una spinta…
Angela Venturini
Consigliere dei Moderati
(partito di maggioranza)
San Marino 9 maggio 2012

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