San Marino. Punto Salute. Traumi muscolari? Serve il ‘tedesco’ e il ‘G.R.E.CO.’

San Marino. Punto Salute. Traumi muscolari? Serve il ‘tedesco’ e il ‘G.R.E.CO.’

SAN MARINO. Terzo appuntamento con Roberto Mangano, fisioterapista e titolare di Punto Salute a Dogana di San Marino: nell’intervista di oggi, l’attenzione è focalizzata sui traumi muscolari. Come riconoscerli, come intervenire.

Roberto: si parla tanto di traumi muscolari. Ma cosa sono?

C’è molta confusione nel classificare e riconoscere i traumi muscolari. Le persone che si avvicinano allo sport e gli sportivi che non hanno uno staff a loro dedicato, trovano difficoltà a prestare tempestivamente le cure necessarie. La confusione è data anche dal fatto che negli ultimi decenni si sono succeduti autori che, in buona fede, hanno cercato di classificare i traumi, purtroppo, con termini e sintomi diversi.

In effetti si sentono termini molto diversi su questo tema.

In questo articolo non menzionerò traumi muscolari da taglio e/o da punta, ne’ ernie muscolari e patologie tendinee. Cercherò invece di fare chiarezza sui traumi più frequenti che si manifestano durante l’attività sportiva: contusione, affaticamento, risentimento, distrazione, contrattura, elongazione, stiramento, strappo.. Quante volte li abbiamo sentiti e letti senza però capire quello che, in realtà, è successo a quel “povero” muscolo!

Puoi aiutarci a capire meglio?

Mi devo avvalere dell’autore che, per me, negli anni ’90 ha cercato di togliere un po’ di confusione, semplificando il più possibile: il dott. Muller-Wolfhart, ex medico della Nazionale tedesca di calcio e del Bayern Monaco. Innanzi tutto i traumi muscolari si dividono in 2 grandi categorie:
a) Traumi diretti, che sono le contusioni, le ‘botte’. Sono traumi che si manifestano mediante l’intervento di una forza esterna.
b) Traumi Indiretti, ovvero contratture, stiramenti e strappi. Sono traumi che nascono all’interno del muscolo stesso a causa di meccanismi complessi che hanno ‘funzionato’ male.

Cosa di dovrebbe aiutare a capire questo “tedesco”?

Che la contrattura è il “dolore del giorno dopo” , un dolore mal localizzato: il muscolo appare indurito nella sua globalità, ma non ci sono lesioni. Lo stiramento provoca un “dolore che insorge in modo acuto e localizzato”, e lo sportivo è obbligato ad interrompere l’attività. Anche in questo caso non ci sono rotture di fibre muscolari.
Lo strappo si manifesta invece con “dolore acuto e violento”. Molte volte lo sportivo riferisce un dolore tipo “coltellata” o “sassata” e questo provoca, da subito, impotenza funzionale. In questo caso c’è sempre un travaso di sangue che, a seconda della gravità, sarà più o meno evidente. Nello strappo il danno viene “suturato” con una cicatrice permanente che sostituisce le fibre muscolari danneggiate.

Come ridurre gli effetti di questi traumi?

Con l’aiuto del…G.R.E.CO.!… Nient’altro che l’acronimo di: G come “ghiaccio”, R come “riposo”, E come “elevazione”, CO come “compressione”. Quando capita un “qualsiasi trauma”, in Medicina dello Sport, si deve applicare sempre G.R.E.CO.! Ad ogni inizio della preparazione estiva ai miei ragazzi della F.S.G.C. ripeto che, quando si crede possa essere successo qualcosa o se ne ha, anche il minimo dubbio, si deve applicare il .G.R.E.CO. Attenzione però: ne’ caldo, ne’ stretching, che sono gli errori fatali che più spesso si commettono. Quindi: solo e sempre G.R.E.CO!

In maniera pratica?

La tempestività è tutto! Solo così si possono ridurre i tempi di recupero! Applicare subito il ghiaccio per 15/20 minuti ogni 2 ore, meglio se bloccato con una benda o fascia elastica che favorisca la compressione e tenere, per quando possibile, l’arto in scarico. Dopo occorre rivolgersi ad un professionista del settore – come me 🙂 – che saprà consigliarvi i passi successivi.

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