SAN MARINO tirato di nuovo in ballo per l’operazione «Pecunia olet» secondo un articolo di Giuliana Ubbiali pubblicato sul Corriere della Sera (Bergamo)-
Ora che l’inchiesta «Pecunia olet» della polizia e della guardia di finanza di Brescia coordinate dalla procura di Bergamo è stata chiusa, i sei indagati stanno compiendo i loro passi. Tiziano Galeazzi, politico dell’Udc nel Canton Ticino ma qui nella veste di consulente insieme allo svizzero Roger Claude Maibach, si è fatto interrogare in procura. Difeso dall’avvocato Davide Giudici, di Como, ha spiegato il suo ruolo. Semplicemente, dice, lavorava per le banche svizzere che gli assegnavano i clienti. I Sirani, in questo caso. Al centro dell’indagine c’è soprattutto Isabella Sirani, 42 anni, residenza a Calcinato (Brescia) e in Svizzera, genitori a Calcio. Anche loro, Innocente Sirani e Pierina Beniamina Pesenti, 71 e 69 anni, e il fratello Fausto Iennis, di 46 anni, sono sotto inchiesta. (…)
Secondo il pm, il passaggio di quei soldi anche da società di Singapore o nelle isole Marshall era il meccanismo per celare i veri proprietari. I Sirani, appunto. L’imprenditrice riceve 3 milioni e mezzo su un conto alla Euro Commercial Bank di San Marino da un conto sul quale era stata accreditata una parte dei soldi dei reati fiscali e fallimentari delle società edili. Per capire i giri, mezzo milione di euro prelevati tre giorni dopo vengono versati nella banca Maerki Baumann di Lugano, sul conto di una società ma secondo le indagini a disposizione della Sirani, che li trasferisce su un’altra banca a Singapore e, infine, sul suo conto alla Julius Baer di Lugano. Il fratello, altro esempio, riceve un milione di euro dal conto della sorella che viene poi versato sul suo, a San Marino. E, ancora, 2,7 milioni dai conti a San Marino di fratello e sorella vengono versati sul conto della Osiris Investment, ma secondo la Procura il beneficiario è il padre Innocente Sirani. Anche la mamma di Isabella Sirani ha un conto a Zurigo, cifrato «Nini». Le arriva oltre un milione di euro, da Singapore, formalmente da una società, ma nella realtà sono della figlia. La stessa a cui, sempre con una società come facciata, vengono accreditati 600.000 euro dal conto della mamma. (…)