San Marino. In Finanziaria due articoli per accogliere i referendum

San Marino. In Finanziaria due articoli per accogliere i referendum

 

Non si andrà a votare, maggioranza e governo recepiscono i quesiti proposti dall’opposizione su credito d’imposta e Aass

 

I referendum su credito d’imposta e Aass promossi dalle forze di opposizione, e di cui è iniziata la raccolta firme, non si celebreranno poiché i due quesiti diventeranno legge entro dicembre. Questo perché maggioranza e governo hanno inserito appositamente nel progetto di legge sul bilancio di previsione 2019, detta anche Finanziaria, due articoli il cui testo accoglie le indicazioni contenuti nei due quesiti referendari. Il pdl approderà in prima lettura nel prossimo Consiglio convocato da martedì 27 novembre.

Il primo è l’articolo 43, “Convertibilità credito di imposta“, che recita: “È fatto divieto di convertire in titoli del debito pubblico il credito di imposta concesso ad istituti bancari in seguito ad operazioni di cessioni in blocco di attività, passività e rapporti giuridici, autorizzate da Banca Centrale della Repubblica di San Marino per salvaguardare la stabilità del sistema bancario e finanziario”. E ancora: “L’articolo 5 e l’articolo 5-bis del Decreto -Legge 7 agosto 2017 n.93 sono abrogati”.

Il secondo è l’articolo 44, “Gestione delle reti ed infrastrutture per servizi pubblici”, che al comma 1 riporta: “È garantita la gestione pubblica di tutte le reti e infrastrutture di proprietà dello Stato a mente dell’articolo 78 della Legge 18 febbraio 1998 n.30 per l’erogazione dei servizi di acqua, energia elettrica, gas e telecomunicazioni. Per gestione pubblica si intende la gestione esercitata dallo Stato, dalla Pubblica Amministrazione, dagli Enti del Settore Pubblico Allargato o da enti o società di diritto privato a partecipazione totalitaria dello Stato o degli Enti del Settore Pubblico Allargato”. 

 

I due quesiti refendari ammessi

Ecco invece cosa recitano i due referendum che hanno superato il vaglio del Collegio dei Garanti.

1- “Volete voi che venga sancito per legge il divieto di convertire il credito di imposta concesso al sistema bancario e finanziario in debito pubblico a carico dei cittadini?”.

2- “Volete voi che venga sancita per Legge la gestione pubblica di tutte le reti e infrastrutture (la cui inalienabilità è prevista dall’articolo 78 della Legge n. 30 del 1998) attraverso cui l’Azienda Autonoma di Stato per i Servizi Pubblici gestisce l’erogazione dei servizi strategici di acqua, energia elettrica, gas e reti di telecomunicazioni?”.

 

Se dunque i due articoli saranno approvati in via definitiva verrà meno il presupposto per andare al voto.

 

“Come maggioranza abbiamo sempre detto – dichiara a Libertas il leader di Civico 10 Matteo Ciacci – che eravamo favorevoli ai due quesiti proposti su Aass e credito d’imposta. Perciò, visto che in Aula siamo tutti d’accordo, ci sembra superfluo andare a votare e spendere soldi pubblici, anche se l’espressione del voto popolare non è mai inutile”.

“In particolare – aggiunge – sulla privatizzazione dell’Azienda dei servizi abbiamo ribadito con forza ciò che era già previsto dalle leggi e che nessuno ha intenzione di mettere in discussione: l’Aass è e rimane pubblica”.

 

Il quesito bocciato

In origine i referendum proposti dalle opposizioni erano tre ma quello più politico, che chiedeva di modificare la legge elettorale, è stato dichiarato non ammissibile dal Collegio dei Garanti.

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