San Marino. Da ‘Il parlante’, libro di Marino Cecchetti, sull’8 marzo. La rivoluzione al femminile

San Marino. Da ‘Il parlante’, libro di Marino Cecchetti, sull’8 marzo. La rivoluzione al femminile

Il libro è in vendita al prezzo di euro 15, con invio a domicilio.  Per modalità e  condizioni clicca: UNILIBRO (disponibile anche in lingua inglese).

Da: “Il parlante. Il linguaggio, dalla comparsa al web,  motore del successo degli umani“, di Marino Cecchetti, edito a San Marino nel 2018.  

…. si cita, come esempio di ‘recente’ innovazione, la separazione fra eros e procreazione che sta mutando aspetti della femminilità risalenti a quando gli umani presero a camminare su due piedi ed a parlare. Di lì venne la famiglia (una ‘miniaturizzazione’ del branco) e, con la famiglia, in risonanza con il linguaggio, la sepoltura dei morti e, poi, la ‘societas’ attorno a un tempio, a Göbekli Tepe, 12-13 mila anni fa.

Dal Cap. 17: LA SOCIETAS SENZA TEMPIO, La rivoluzione al femminile

Un’altra rilevantissima trasformazione  in corso  è stata innescata  dalla   separazione fra eros e procreazione  resa possibile dagli anticoncezionali. Riguarda direttamente la struttura della societas. Protagonista  è la donna.

La donna  sta guadagnando  un’autonomia decisionale totale in ambito sessuale,  essendosi in parallelo affrancata dagli schemi e dai condizionamenti tradizionali,  grazie  ad un contesto culturale e sociale in cui è andata affermandosi  una mentalità liberaleggiante anche nelle relazioni intime. È in grado, la donna,  di programmare  numero e  cadenza delle nascite. E può contare, per allevare i figli, sui servizi sociali, tanto da poter  riprendere pressoché subito la  vita lavorativa dopo il parto. Per la prima volta, anche da sola -o quasi- è in grado di  provvedere alla crescita dei propri figli. Comunque  l’apporto del compagno non è  più  da considerarsi   essenziale per il loro avvenire.   

Proprio l’indispensabilità dell’apporto del maschio alla crescita dei piccoli  ha determinato fra gli umani la formazione della famiglia, quando sono scesi dagli alberi. Poiché i piccoli  degli umani nascono immaturi, a causa della stazione eretta conseguente al bipedismo,  la madre da sola non è in grado di provvedere alle loro necessità. Per questo è stata dotata della possibilità di  fidelizzare il maschio  padre delle sue creature, rendendosi sempre disponibile alle sue attenzioni. Per farlo  sentire, in qualche modo, un maschio dominante, sia pure con una sola femmina a disposizione. Creando, in sostanza, una miniaturizzazione  del branco. La famiglia nasce, per così dire, come ‘branco in miniatura’, quando gli umani  cominciano  a camminare su due piedi ed a parlare.

Ai giorni nostri,  la indispensabilità del maschio nel mantenimento della prole,   è venuta meno. La fidelizzazione del compagno cessa, per la donna,  di essere il primo dei problemi.  È sempre più frequente imbattersi in donne-madri in  grado di crescere da sole il proprio figlio. È  in progressivo aumento  il numero delle famiglie con un solo genitore.

La stessa genitorialità si va modificando. Si assiste al   ‘tramonto’ della figura tradizionale del  padre, un  tempo considerato  l’architrave  della famiglia. Là dove il padre rimane,  spesso  si maternalizza, mentre la madre si paternalizza. Con ovvio, complessivo vantaggio di quest’ultima. 

C’è chi dà per certo che la prossima  rivoluzione sociale  di importanza epocale avrà come protagonista la donna. Il richiamo biblico alla costola di Adamo da cui sarebbe stata costruita, ormai deve intendersi  sbagliato  alla stregua del ‘fermati o sole’ di Giosuè. “Immagino che un giorno ci sveglieremo e troveremo milioni di donne che marciano in strada e sfidano apertamente il potere: a casa, negli uffici, nelle piazze. Deve succedere prima o poi. E io posso già vederlo”, afferma in tutta sicurezza Micah White.

E c’è da credere a quanto afferma  Micah White,  indipendentemente dal verificarsi o meno di una manifestazione, contro il maschio, storicamente emblematica come la  presa della Bastiglia.

La modifica  -fino al rovesciamento?-  del rapporto  uomo-donna nato sbilanciato col bipedismo, è ritenuta,   ormai  correntemente, un dato di fatto.

IL PARLANTE IN SINTESI

 

Introduzione

Al far del giorno dalla finestra dello studio ho visto lo scoiattolino salire lungo il tronco del noce, nonostante il freddo del tardo autunno. Evidentemente il cibo è la prima delle sue preoccupazioni, quando si sveglia. Tutti i giorni. Come, del resto, avviene per tanti esseri viventi. Non, però, per gran parte degli uomini. O, meglio, non più.

Noi siamo riusciti a guadagnare condizioni di vita enormemente più soddisfacenti di quella degli scoiattoli. E anche degli animali in genere, compresi quelli a noi più simili per conformazione fisica, le scimmie.

Noi ci svegliamo senza l’assillo del cibo ed in ‘tane’ costruite appositamente, con fonte d’acqua e termoregolatore. In passato solo alcuni potevano permettersi condizioni di vita confortevoli. A scapito di altri. La sopraffazione è andata riducendosi quando, con l’avvento della scienza, la fatica del lavoro fisico si è potuto cominciare a scaricarla sulle macchine. Grazie alla tecnoscienza.

La tecnoscienza sta migliorando le condizioni di vita degli umani pressoché sull’intero pianeta.

È nata nell’Europa occidentale, la tecnoscienza. Si è rinvigorita poi con fruttuosi innesti sulle civiltà di altri continenti. Alla guida ora si sono messe l’America del nord e poi l’Asia dove la Cina sta riprendendo il ruolo di potenza planetaria.Ogni luogo della Terra ormai concorre alla tecnoscienza o vi può concorrere. E ne può usufruire.

L’uomo è arrivato alla scienza in quanto parlante. Un dono, il linguaggio, che ha ricevuto forse 60-80mila anni fa. E che ha messo bene a frutto. Tanto che oggi ognuno può dialogare con chiunque, essendo tutti ormai a portata di voce come in un villaggio.

Anche se lontanissimi, ci si può vedere quando si parla e conoscersi di persona come, appunto, in un villaggio. La guerra, nata per presidiare il territorio quando eravamo cacciatori-raccoglitori, non ha più ragion d’essere nell’era della globalizzazione. Non esiste, fra l’altro, nel mondo degli scoiattoli. E, nemmeno, in quello delle scimmie, creature con le quali condividiamo il 98,5% del Dna.

Partiamo, per questo nostro cammino, da quando eravamo ancora a dondolarci sugli alberi, come, appunto, le scimmie, in attesa di cominciare a parlare.

Marino Cecchetti

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