San Marino. Pdcs: “Puntiamo a governo con maggioranza solida”

San Marino. Pdcs: “Puntiamo a governo con maggioranza solida”

Il Partito Democratico Cristiano Sammarinese difende la scelta di presentarsi in solitaria alle elezioni del prossimo 8 dicembre e indica le priorità per il prossimo governo.

“Abbiamo deciso di correre da soli – spiega in conferenza stampa il Segretario politico Gian Carlo Venturini – con il nostro simbolo, evitando accorpamenti forzati e cambi di look, perché siamo forti della nostra idendità e dei valori che il nostro partito porta avanti da 71 anni. Valori quali tutela della persona e dei diritti, tutela dello Stato”.

Il partito di via delle Scalette presenta in lista 51 candidati, 34 uomini e 17 donne, di cui 9 come indipendenti in quanto iscritti al partito da meno di un anno o non iscritti affatto. “Sono rappresentate – sottolinea Venturini – un po’ tutte le realtà sociali: casalinghe, professionisti, insegnanti, imprenditori, pensionati, dipendenti Pa e privati”. Candidati che verranno presentati ufficialmente il 15 novembre al Teatro Titano di Città.

Il capogruppo Alessandro Cardelli spiega la scelta degli apparentamenti: “Già da fine luglio la Direzione Dc ha indicato la disponibilità a ragionare per il nuovo governo con tutti fuorché con Repubblica futura. Quindi siamo stati coerenti. Con Rf c’è una impossibilità nel costruire qualcosa, visto il metodo che utilizzano. Tra l’altro Rf è l’unico che ha escluso la Dc dagli apparentamenti, mentre accogliamo con favore le indicazioni di tutti gli altri, che dimostra il ruolo centrare del nostro partito. La prossima maggioranza deve partire dalle cose da fare e sui programmi”.

Al presidente Luca Beccari il compito invece di presentare il programma di governo: “Il documento è il frutto di una sintesi del lavoro di mesi. È una serie di punti fermi attorno ai quali si svilupperà il confronto. Abbiamo cercato di parlare delle problematiche attuali. Chi si troverà a governare deve partire dal presupposto che il rilancio è possibile ma non può farlo con misure conservative o ordinarie”. 

Tre i punti prioritari da affrontare in caso di governo: una scelta sul passaggio all’Iva, il nuovo Prg e il progetto Npl.

“In termini complessivi – aggiunge – occorrono: una lettura sincera delle problematiche, senza esagerarle o sottostimarle; capacità e competenza nel trovare soluzioni, alla luce della grossa difficoltà di questi anni nel fare le riforme; affrontare i problemi nel loro insieme, non agendo a compartimenti stagni.

Il nostro paese può ripartire – sottolinea Beccari – ma per farlo serve un ambiente favorevole alle imprese. Serve un approccio nuovo alla politica estera. Occorre individuare una mission per il nostro sistema sanitario, alle prese ancora con la fuga dei medici e sanità. Serve un ammodernamento e efficientazione della PA, con investimenti per introdurre logiche privatistiche e ristrutturare la macchina pubblica”. 

Tema importante è anche quello del debito pubblico. “Sono convinto – aggiunge il presidente – che esigenze di spesa diverse possano avere finanziamenti diversi. Come Paese non dobbiamo affidarci ad un solo finanziatore, siamo troppo piccoli. E comunque il debito pubblico deve essere usato per traghettare il paese verso il momento in cui le riforme che devono risanare i conti pubblici saranno in vigore”.

Lorenzo Bugli, responsabile dei Giovani Democristiani, evidenzia invece come “dopo 3 anni di lavoro abbiamo una squadra di giovani validi in lista, giovani che hanno fatto formazione nella nostra scuola politica con rapporti internazionali pronti ad affrontare le sfide del domani. Siamo attivi e di supporto al partito per la campagna elettorale, specie sui social network. E non è scontato avere un movimento giovanile attivo capace di crescere e formarsi.

Sollecitato dai giornalisti sulle prospettive post voto, il presidente Beccari spiega la posizione del partito: “Puntiamo ad un governo con una maggioranza ampiamente rappresentativa e penso che ci siano i presupposti per costruirla. Ma non sono convinto che possa funzionare un governo di tutti, perché poi servono affinità di pensiero per fare le cose. Ad ogni modo oggi servono forza e solidità politica per fare gli interventi che servono al paese”. 

 

Infine un passaggio sul Tavolo istituzionale, che sta arrivando alla sua conclusione non senza difficoltà: “L’aspetto positivo è stata l’apertura del confronto – dice Beccari – ma non si può pensare di realizzare riforme strutturali in poche settimane. Dopo il voto sarà opportuno aprire un confronto allargato e finalizzato alla realizzazione delle riforme. Riforme che si possono fare con la forza dei numeri ma se non vengono condivise prima si rischia di dover intervenire più e più volte a posteriori. Il tempo del confronto non è tempo sprecato”.

 

digià

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