San Marino. Repubblica Futura esce dall’angolo

San Marino. Repubblica Futura esce dall’angolo

“Il doppiopetto ministeriale” non basta, in certi casi,  a nascondere il di dentro

Quel “terra da ceci”  a proposito di tribunale attribuito a Gabriele Gatti, regista della “restaurazione”

A tenere oggi la conferenza stampa, nella sede di Repubblica Futura – il partito che con Sinistra Socialista Democratica e Civico 10, ha governato nella precedente legislatura (coalizione Adesso.sm) -, Mario Venturini,  Fernando Bindi  e Margherita Amici.

Bindi e Amici sono candidati nelle elezioni dell’8 dicembre prossimo.

Le escandascenze di Roberto Ciavatta (Movimento Rete) nell’Ufficio di Presidenza del Consiglio  verso   Matteo Fiorini (Repubblica Futura), poi  dimessosi  da consigliere proprio a causa di tale episodio,  sono state  la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso della indignazione  in alcuni ambienti della politica, a partire da Repubblica Futura.  E l’indignazione perdura. E anzi si accresce  mano mano che si avvicina  la data delle elezioni. 

A riscaldare ulteriormene gli animini, da qualche tempo,  ci si è messo  anche Gabriele Gatti, ex Capitano Reggente ed ex Segretario di Stato agli Affari Esteri, che – in una conversazione privata con un ‘amico’? – si è vantato di poter  fare del tribunale sammarinese  ‘terra da ceci‘, di poter ‘orientare’  persone che contano in diversi partiti. In particolare  di poter influire sulle scelte dei vertici di alcune forze politiche  che dopo l’8 dicembre  sono ormai certi di poter cominciare  a governare  assieme pur distanti  ‘ideologicamente’. Vale a dire i vertici di: Domani in Movimento (Rete e Domani Motus Liberi), Partito Democratico Cristiano Sammarinese e Noi per la Repubblica. In pratica questi partiti avrebbero realizzato una ‘coalizione di fatto’ sfruttando la nuova legge elettorale  per approvare la quale sono ricorsi anche a un referendum.  

Un governo di tal fatta sarebbe la restaurazione  della peggiore fase politica che il Paese abbia mai attraversato: quella a guida democristiani-socialisti. Cioè, in sintesi, Fiorenzo Stolfi e Gabriele Gatti. E vengono  puntigliosamente rielencate le varie vicessitudini che il Paese – causa loro –  ha attraversato. Il quadro, in sostanza, è  quello emerso nel corso del processo  Conto Mazzini.  Ecco perché lo stesso processo Conto Mazzini,  la ‘coalizione di fatto’ sta già facendo di tutto per bloccarlo. Si paventa pure  il blocco del  ‘processo Gatti’,  eccetera. Sì perché ormai il tribunale è ‘cosa loro’ come dimostrerebbe  la  pantomima della mancata presa d’atto in Consiglio Grande e Generale dei vincitori del concorso per due posti di giudici di appello. Nomina  che avrebbe influito sulla composizione di un  delicatissimo organo di giustizia, il Consiglio Giudiziario. Il nuovo governo, espressione della ‘coalizione di fatto’, comincerà ad operare mettendo mano alla amministrazione della giustizia. 

 

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