Si vaccinano per non perdere lo stipendio
Salgono a tredici i sanitari sospesi dall’Ausl, ma tre di loro sono corsi a fare la prima dose appena ricevuto il provvedimento
MANUEL SPADAZZI – Ad alcuni di loro che si erano rifiutati fin qui di fare il vaccino, è bastato ricevere dall’Ausl il provvedimento di sospensione dal lavoro per cambiare idea. Sono saliti a 13 i sanitari dipendenti di Ausl Romagna non ancora vaccinati, “puniti” con la sospensione dal lavoro senza stipendio. Tre di loro hanno fatto subito marcia indietro, quando si sono visti recapitare l’atto che li lasciava a casa, per mettersi in regola. Tra gli altri 10 colpiti dal provvedimento c’è chi invece è pronto a impugnare la delibera e presentare il ricorso al Tar. Ma i sanitari dipendenti di Ausl che rischiano di rimanere a casa sono molti di più dei 13 già raggiunti dal provvedimento. Quando l’azienda ha avviato le verifiche sui sanitari non vaccinati (inclusi i medici di base, i liberi professionisti e coloro che lavorano nelle strutture private), ha inviato in Romagna 3.500 raccomandante ad altrettanti operatori. Tanti, dopo i primi solleciti, si sono messi in regola o hanno comunque giustificato con motivazioni valide la mancata vaccinazione. Tra loro c’è chi ha avuto il Covid da poco, chi è incinta o in fase di allattamento. E la lista finale dei sanitari dipendenti Ausl non ancora vaccinati si è “ridotta” a 224 persone, che hanno ricevuto l’ennesimo sollecito. Tra questi altri hanno provveduto a mettersi in regola, ma resta una parte di “irriducibili” che non intende immunizzarsi. (…)
Articolo tratto da Il Resto del Carlino
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