San Marino. Libera critica la seduta segreta del Consiglio

San Marino. Libera critica la seduta segreta del Consiglio

“La maggioranza dei 44 sta consolidando sempre di più le forme tipiche di soggetti politici di molti anni addietro, quando al comando era la solita e vecchia Democrazia cristiana”.

Con queste parole Libera giudica in una nota il governo, il quale “pur di ripristinare il pieno controllo sul Tribunale, chiamato a decidere su cause importanti che riguardano anche il mondo della politica, sta facendo ciò che in qualsiasi Paese democratico sarebbe impossibile: leggi retroattive, cacciata di giudici, imposizione dei propri fedelissimi in tutti gli organi di controllo, rifiuto di consegnare documenti, votazioni in assenza del numero legale“.

“Organismi istituzionali importantissimi riuniti nottetempo che adottano sorprendenti deliberazioni in quattro e quattr’otto, restituendo incarichi in ambito giudiziario che durano una manciata di minuti, i cui beneficiari riescono in quella manciata di minuti a produrre, depositare in Cancelleria (chiusa?) tomi da decine di pagine, cambiando radicalmente l’organizzazione di quel contesto”, manda a dire la lista di opposizione, che è anche preoccupata per il ricorso alla seduta segreta del Consiglio Grande e Generale“.

La metodologia della seduta segreta, a detta di Libera, “dovrebbe essere utilizzata in modo attento e non certo applicata per quei commi che rappresentano criticità per qualche gruppo politico, come avvenuto per la sessione di fine agosto che prenderà il via martedì; altrimenti potremmo sentirci autorizzati a pensare che qualche segretario di Stato e qualche gruppo consiliare non hanno intenzione che le cose si sappiano, che la cittadinanza venga messa nella condizioni di conoscere i presupposti di certe scelte, le motivazioni di una dimissione; insomma: meglio secretare tutto, così nessuno potrà farsi una idea un po’ più chiara”.

Libera, sempre nella stessa nota, ricorda molti interventi contrari da parte di consiglieri e membri di Rete, “la cui T dovrebbe richiamare la Trasparenza, che urlavano nelle piazze e ai microfoni del Consiglio contro al governo di turno chiedendo sempre la massima trasparenza; ora sono diventati pallidi inquilini del secondo piano di una condominio il cui attico è saldamente abitato dalla rediviva Dc, che continua nella sua tradizione di maccheroni e segretezza, tutela degli amici e piadina con la salsiccia”. Ma “oramai questa non è più una novità: è l’ennesimo ‘dietrofront’ dell’ex movimento Rete e lo schema sempre più consolidato di questo governo”.

Infine, la lista di minoranza si rivolge ai suoi concittadini: “Nessuno di noi potrà mai conoscere le motivazioni che hanno gettato in difficoltà un gruppo politico di maggioranza a causa del rifiuto di non assecondare le proprie idee, non sapremo se a Iro Belluzzi verrà chiesto dal suo gruppo o da quelli della maggioranza, di restare in seno alla Commissione Affari di Giustizia, rispettando così la propria autonomia di pensiero, non sapremo mai dalla bocca del segretario Ugolini le motivazioni di certe scelte effettuate in una seduta di fine luglio del Consiglio giudiziario plenario, non sapremo mai come realmente si sono svolti i fatti. Perché l’importante è che sia noto a loro, sconosciuto a noi”.

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