Anna De Martino di NQRimini San Marino: Il difensore Piccinini: “Chiederemo i danni allo Stato italiano per l’eccessiva lungaggine giudiziaria” / Attende da 14 anni il processo d’appello / Alfio Boldreghini, che è stato ritenuto il mandante dell’attentato fallito a Cervellini aspetta di poter impugnare la condanna di primo grado davanti alla Corte di Bologna
SAN MARINO – Era il 13 dicembre del 1997, quando secondo gli accertamenti dei carabinieri di Coriano, Alfio Boldreghini, in concorso con altre due persone, portò in luogo pubblico un ordigno esplosivo. Una bomba che doveva essere piazzata sotto l’auto del noto commercialista, Paolo Cervellini di San Marino, in quello che è passato alla storia, come il primo attentato dinamitardo in territorio sammarinese. Da quel giorno si sono susseguiti indagini, processo e condanna in primo grado in Italia e a San Marino. A Rimini era stato lo stesso Cervellini a presentare denuncia, sulla base della quale la Procura di Rimini aveva avviato le indagini, con successivo rinvio a giudizio, e condanna di primo grado, emessa il 29 novembre del 2002 dal tribunale collegiale riminese. Ad inchiodare, i dinamitardi anche un controllo dei carabinieri di Coriano, che nell’auto su cui viaggiava anche Boldreghini aveva trovato dell’esplosivo. Da allora però, sono trascorsi 14 anni. E ancora Boldreghini aspetta che venga celebrato il processo di secondo grado. Se mai si dovesse arrivare in Cassazione, il reato sarebbe prescritto (oltre 15 anni). Amara consolazione per chi invece crede in una s oluzione.
La vicenda che 14 anni fa coinvolse il 47enne marchigiano, è molto nota sul Titano. Secondo l’accusa, Boldreghini fu l’ispiratore dell’attentato ai danni di Cervellini. Attentato con esplosivo che costò però tre dita della mano dell’esecutore materiale (già fuori dal processo per via del patteggiamento). Sullo sfondo varie vicissitudine legate ad altrettanti noti casi giudiziari come il processo Long Drink, finito in Italia con la prescrizione.
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