Pietro Berti

Pietro Berti

Ogg: san marino il medico arrestato x libidine già a giudizio per
violenza
sessuale a Catania

SAN MARINO – Deve rispondere di violenza sessuale aggravata
dall’esercizio della professione medica, dinnanzi al Tribunale di
Catania, il dottor Pietro Berti, arrestato martedì scorso a San Marino
per atti di libidine sulle pazienti. Il professionista, che nel
semestre 1998-99 è stato Capitano Reggente, ossia capo di Stato sul
Titano e parlamentare democristiano, dopo
una
breve militanza in Alleanza nazionale sammarinese, è stato medico di
base a Serravalle fino al giorno prima dell’arresto per ordine del
commissario
della
legge sammarinese, Laura Di Bona. Gli atti di libidine contestati a
Berti a
San
Marino sarebbero almeno 12, l’ultimo proprio nel dicembre del 2013.
Risale invece al 2006, l’accusa che una paziente siciliana ha rivolto
al medico sammarinese. Difesa dall’avvocato Claudio Galletta del Foro
di Catania, la ragazza si è costituita parte civile nel processo che è
arrivato già alla quinta udienza. La prossima è prevista per venerdì,
anche se si prospetta un possibile rinvio vista la detenzione a San
Marino di Berti, difeso dagli avvocati dello studio Pavone-Basile. La
vicenda siciliana inizia nell’agosto del 2006, quando la paziente, una
ragazza di 30 anni, affetta da Lupus, si rivolge a Berti come
specialista segnalato da un altro immunologo. Il medico sammarinese le
fissa un appuntamento alla vigilia di Ferragosto presso un rinomato
hotel di Catania, dove si trovava in vacanza con la famiglia. La
paziente si presenta alla visita accompagnata dal fidanzato che rimane
però
in
disparte ad aspettare, mentre il medico invita la giovane ad un
aperitivo in terrazza. Dopo una veloce anamnesi, Berti, stando alla
denuncia della
ragazza,
fissa il successivo appuntamento due giorni dopo presso uno studio
professionale di Catania, ma prima di congedarsi, in un corridoio
dell’albergo
mentre l’accompagnava all’uscita, chiede alla paziente se avesse
fastidio
sotto
l’ascella e inizia a palparla. Durante la visita in studio, poi, la
ragazza accompagnata da un’amica viene fatta spogliare completamente e
sottoposta ad una vera e propria visita ginecologica. Al terzo
appuntamento con Berti, la paziente cosciente di aver subito una visita
impropria, si fa accompagnare dalla sorella, un’infermiera
professionista. Dopo un diverbio col medico, le due sorelle lasciano lo
studio e presentano un esposto in Procura. Nel 2010, arriva alla
gendarmeria di San Marino dalla polizia di Catania, una
richiesta
di informazioni circa l’attività del dottor Berti che però decide di
farsi interrogare direttamente dal pubblico ministero di Catania,
dinnanzi al
quale
nega l’addebito più pesante. Berti è stato quindi rinviato a giudizio
dal
Gup
di Catania, il 10 aprile del 2012 con l’accusa di violenza sessuale
aggravata
per aver commesso il fatto con abuso della relazione di prestazione
d’opera.
Venerdì verrà celebrata la quinta udienza dibattimentale. Da San Marino
intanto
è partita in questi giorni una rogatoria attiva verso la procura di
Catania, firmata dal commissario della legge, Laura Di Bona, che ha
infatti chiesto
di
poter acquisire il fascicolo relativo all’indagine siciliana.

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