A poco meno di una settimana dal Green Festival Montefeltro, spin-off del Green Festival San Marino – dal titolo “Bussole per la tempesta. Come vivere e non sopravvivere in tempi difficili” che si terrà a Rimini il 18-19-20 ottobre – si fanno sempre più vivaci le voci del dissenso sulla partecipazione del filosofo Diego Fusaro sabato 19 ottobre alle ore 17 in Via dei Cavalieri 22 a Rimini.
Dissenso che nasce dall’ontogenesi stessa del filosofo e da certe sue posizioni che a una certa sinistra ortodossa e a una parte del mondo ambientalista non piacciono proprio.
Chiediamo allora all’organizzatore Gabriele Geminiani, già ideatore del Green Festival San Marino e del Micro Museo dell’oggetto ritrovato di Verucchio, il perché di questa scelta e se, alla luce di tale querelle, sono previsti provvedimenti o cambi di rotta.
Vorrei partire da una premessa: questo festival nasce 6 anni fa nella più Antica Terra della Libertà, cioè San Marino, come progetto aperto e trasversale alla politica. Deciso a promuovere il dialogo interterritoriale e ad accogliere contenuti utili alla causa ambientalista a prescindere dalla matrice di provenienza, facendo convergere al medesimo tavolo, persone di diversa estrazione politico-culturale del nostro territorio.
Pensiamo che è solo aprendosi e confrontandosi con “l’altro da noi” si riuscirà a stemperare il clima di odio politico e sociale, quel muro contro muro che sta paralizzando il paese intero.
Da un punto di vista concreto cosa sta accadendo?
Sta accadendo che al di là delle voci e delle polemiche striscianti di questa risibile querelle, arrivate per vie indirette a me e a taluni amministratori, ho avuto partner che si sono defilati senza troppi peli sulla lingua, del tipo: “Sono molto dispiaciuto … Fusaro è un personaggio non accettabile pertanto ti prego di non utilizzare il nostro logo”.
Ma perché l’invito di Fusaro al Green Festival?
Come ho già ribadito in un’intervista a una radio web locale, la presenza di Fusaro al festival non solo è funzionale al festival ma rappresenta l’accoglimento di un progetto propostomi dal fotografo sammarinese Tonino Mosconi. Parliamo di “Prometheus”, un libro e una mostra di Mosconi in cui si parla della supremazia della Tecnica come religione di un sistema che procede per algoritmi economici, mettendo ai margini l’essere umano. Un tema sul quale Fusaro ha scritto la prefazione al libro e tenuto diverse conferenze. Un tema che è al centro dei dibattiti di questa edizione del festival.
Mi sembra quindi di capire che Fusaro resterà nel programma del festival.
Certo che resterà. Se non altro per non darla di vinta a una certa mentalità miope che con certe azioni “intimidatorie” e in contrasto con i più basilari valori democratici, vorrebbe mettere in dubbio la libertà di poter ascoltare voci dissonanti dal coro. “Disapprovo ciò che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo” diceva Voltaire oltre due secoli fa…