Micro, a Verucchio il primo museo dell’oggetto ritrovato

Micro, a Verucchio il primo museo dell’oggetto ritrovato

Inaugurerà il 16 dicembre a Verucchio, il “MICRO – Museo dell’oggetto ritrovato“, un progetto museale ideato da Gabriele Geminiani, già patron del San Marino Green Festival e Montefeltro.

Il museo – si legge in una nota dei promotori -, sorge nel Torrione delle Mura di San Giorgio e rappresenta una riflessione unica e profonda sul rapporto tra l’uomo, gli oggetti e lo scorrere del tempo. Ogni oggetto ha una storia da raccontare, offrendo una prospettiva unica sul passato e sulle interazioni umane con il mondo fisico.

L’esposizione è il frutto di anni dedicati da Geminiani alla raccolta e alla conservazione di oggetti e frammenti ritrovati, nell’attesa di dare loro un riscatto: dai reperti rinvenuti sul letto del fiume Conca, alle scoperte lungo le coste dell’Adriatico dopo tempeste invernali, fino ai ritrovamenti nei cosiddetti “non luoghi” come periferie urbane, stazioni ferroviarie, piazze e bordi delle strade. Prima di approdare in uno spazio museale, questa sensibilità nei confronti dell’oggetto perduto e dimenticato ha portato a opere di alto valore artistico, come lo spettacolo teatrale Anime Salve, l’omonima mostra e il progetto degli Archivi Sostenibili dell’Arte.

“Mezzo secolo fa gli oggetti nascevano per durare e gli si conferiva una sorta di anima, ma oggi il rapporto con loro è totalmente ‘anaffettivo’, perché non ne percepiamo il valore. Sono oggetti omologati a una vita effimera, non facciamo in tempo ad affezionarci che sono già nel bidone, sostituiti da altri identici a loro”, spiega Gabriele Geminiani. “Oggi ci hanno portato a considerare il problema dei rifiuti come una questione di differenziazione e di recupero, quando il problema è esattamente a monte: ridurre il consumo delle merci è possibile nel momento in cui si torna a dare valore alle cose, facendole fuoriuscire dal concetto di oggetti effimeri dotati di una obsolescenza precoce quanto programmata”

Una caratteristica peculiare del museo è la sua sezione dedicata all’editoria delle cose, dove alcuni libri, realizzati anche con tecniche di stampa tradizionali e apprezzati sia da collezionisti d’arte che da bibliofili, raccontano le storie degli oggetti esposti. L’approccio del Micro – Museo dell’Oggetto Ritrovato è altamente interattivo, dinamico e collaborativo, e coinvolge artisti, poeti, fotografi e altri creativi che interpretano la collezione in modo personale, arricchendola con i loro linguaggi artistici.

All’interno trovano spazio La Galleria Sospesa, che ospiterà mostre di immagini oppure oggetti sospesi dalle travi del soffitto; La Bacheca degli oggetti viaggiati, ovvero cose ritrovate da amici di Geminiani e spediti di loro iniziativa via posta al suo indirizzo di casa; L’Ospedale dei Soldatini, una piccola bacheca con all’interno un’infinità di soldatini di genere differente, mutilati e ridotti in brandelli.

Lo spazio espositivo del Micro non si ferma alle sue mura: attraverso l’ausilio di webcam, parti dell’abitazione privata di Gabriele Geminiani sono state trasformate in sale virtuali del museo, offrendo così una visione intima e personale delle collezioni.

Il museo si impegna inoltre nell’educazione e nella divulgazione, attraverso l’organizzazione di workshop, laboratori e mostre. Le collaborazioni con istituti accademici come l’Accademia di Belle Arti e l’ISIA di Urbino, e i gemellaggi con altri musei, rafforzano la sua rete culturale e la sua missione di preservare e valorizzare oggetti che altrimenti sarebbero dimenticati”.

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