Psrs: ‘E’ ora che la politica dia risposte tangibili alle istanze dei sammarinesi’

Psrs: ‘E’ ora che la politica dia risposte tangibili alle istanze dei sammarinesi’

Mentre una folta delegazione del Congresso di Stato si reca a Roma per partecipare ad una serata danzante, il Paese continua imperterrito la propria corsa verso il baratro.
La nota mensile di agosto sui dati essenziali dell’economia sammarinese diramata dall’Upecedes fa emergere un quadro a dir poco desolante. Il numero delle imprese diminuisce vertiginosamente rispetto all’anno precedente (-664 unità) e l’incremento del tasso di disoccupazione prosegue la sua corsa colpendo in particolar modo i giovani con un buon livello di istruzione. Il Paese sta attraversando una fase di pesante recessione economica che il governo sottovaluta irresponsabilmente auto-convincendosi che tutto va bene. I problemi, infatti, non si risolvono spargendo a destra e a manca un po’ di ottimismo per tentare di tranquillizzare la cittadinanza che invece dovrebbe essere accuratamente informata sulle effettive dimensioni dell’odierna crisi economica e sociale.
Di fronte ad una situazione particolarmente delicata e difficile caratterizzata non solo dalla crisi dell’economia ma anche da una pericolosa perdita di credibilità e di autorevolezza delle nostre istituzioni, il governo non trova le energie e la spinta propulsiva per reagire in maniera adeguata. L’inconsistenza dell’azione governativa appesantisce ulteriormente una crisi di per se già estremamente grave. Non ha un progetto di futuro per la realizzazione della nuova San Marino. Attende passivamente la sottoscrizione degli accordi bilaterali con la Repubblica Italiana, come se dovessero essere altri a risolvere i nostri problemi. Annuncia il raggiungimento del pareggio di bilancio per l’esercizio 2013 senza indicare i dati su cui si basa tale previsione. Non ha elaborato un piano di salvaguardia e di sviluppo del settore creditizio. Non riesce ad individuare una soluzione adeguata per salvaguardare un istituto di credito commissariato con l’obiettivo di garantire la tenuta generale del sistema. Tratta con superficialità le potenziali ripercussioni conseguenti alla vicenda dell’evasione Iva contestata sulle imbarcazioni battenti bandiera sammarinese. Abusa dello strumento della decretazione d’urgenza per legiferare su materie, come il diritto del lavoro, sulle quali è fondamentale la concertazione ed il confronto. Non rispetta le più elementari regole della democrazia, dimostrando di non tenere in considerazione i diritti della minoranza parlamentare.
E’ una situazione totalmente inaccettabile, nella quale il governo e la politica nella sua interezza sembrano essere ad anni luce di distanza dai problemi reali del Paese. E’ arrivato il momento che la Politica – almeno quella con la P maiuscola se ancora esiste – esca dal Palazzo per tornare a dare risposte tangibili alle istanze dei sammarinesi. Non si può perdere altro tempo a causa delle alchimie e dei giochi di potere tipici di un vecchio modo di concepire la politica che già tanti guasti ha arrecato al Paese.
Serve una svolta con l’obiettivo di mettere al centro del dibattito politico il bene comune. E’ urgente l’adozione delle misure indispensabili per evitare una crisi di sistema che avrebbe conseguenze devastanti sul tenore di vita di tutta la popolazione sammarinese. In tal senso, il Partito Socialista Riformista Sammarinese – nel ribadire profonda preoccupazione per la complessità delle problematiche affrontate dal Paese – rammenta di aver messo a disposizione già da qualche mese una serie di provvedimenti legislativi sui quali nelle prossime settimane proseguirà il confronto con tutte le forze politiche nell’interesse generale del Paese. Il PSRS, infatti, ritiene ineludibile un atto di assunzione di responsabilità da parte dell’intera classe politica affinché si possa definire una strategia di uscita dalle attuali criticità, ricercando la condivisione ed il sostegno delle parti economiche e sociali. Infatti, solo facendo sistema potrà essere superata la peggiore crisi degli ultimi 50 anni affrontata dalla nostra Repubblica.

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