Alla fine il buonsenso ha prevalso.
Infatti la decisione di ritirare l’ordine del giorno relativo all’intestazione degli immobili ai forensi ha evitato una pericolosa forzatura istituzionale che sin dal primo momento noi Socialisti Riformisti abbiamo ritenuto del tutto inaccettabile. Sarebbe stato davvero molto grave intervenire su una materia così delicata attraverso un semplice ordine del giorno che avrebbe conferito la facoltà al Consiglio dei XII di predisporre apposito regolamento.
Noi Socialisti Riformisti non poniamo pregiudiziali rispetto all’apertura dei confini del mercato immobiliare. Chi, come noi, ha una visione filo-europeista non può definirsi aprioristicamente contrario alla possibilità di far compiere investimenti a persone fisiche non sammarinesi. Tuttavia il tentativo di liquidare l’argomento con un unico dibattito in Consiglio avrebbe inferto un durissimo colpo alla democrazia del nostro Paese.
L’esperienza della consultazione referendaria del 27 marzo 2011 sull’alienazione dei beni dello Stato non può non averci insegnato qualcosa altrimenti significherebbe che la distanza tra le Istituzioni e il Paese reale è divenuta a tutti gli effetti incolmabile. I sammarinesi giustamente non sono disponibili a sottoscrivere cambiali in bianco sulla gestione delle politiche urbanistiche. Rivendicano legittimamente il diritto ad essere informati in maniera adeguata e ad esprimere liberamente la loro opinione. Il territorio deve necessariamente essere considerato il bene comune per eccellenza e sulla sua amministrazione non si può pensare di intervenire con “mezzucci” consiliari che rappresentano un vecchio modo di fare politica poco rispettoso delle sensibilità e delle istanze popolari. Sono queste le motivazioni che ci hanno portato a contestare con fermezza in aula consiliare la proposta di aprire il mercato immobiliare anche ad investitori esterni.
Tali riflessioni però non possono farci dimenticare le enormi difficoltà in cui versa attualmente il settore delle costruzioni. Ad esse la politica deve dare risposte concrete senza cadere in facili tentazioni demagogiche. Infatti in tale comparto economico operano tanti piccoli imprenditori edili ed artigiani che vedono esser messi in pericolo anni di duro lavoro e di pesanti sacrifici.
Noi Socialisti Riformisti, in tal senso, riteniamo indispensabile ed urgente la definizione di un provvedimento straordinario che contenga misure specifiche a sostegno di un settore della nostra economia che sino ad oggi ha prodotto ricchezza ed occupazione.
Proponiamo quindi di avviare immediatamente un confronto sulla possibilità:
a) di realizzare un piano di edilizia sociale in favore delle famiglie socialmente più disagiate;
b) di incentivare le giovani coppie ad acquistare la prima casa mediante appositi benefici fiscali;
c) di stimolare con sgravi fiscali interventi di riqualificazione urbanistica degli edifici già esistenti con particolare riferimento al risparmio energetico e all’uso delle fonti di energia rinnovabili;
d) di elaborare un piano casa che tenga conto delle esigenze abitative dei nuclei familiari;
e) di definire un piano delle infrastrutture e delle opere pubbliche.
In tale contesto noi Socialisti Riformisti siamo disponibili a ragionare anche sull’intestazione degli immobili ai forensi all’interno di un quadro di regole improntate alla chiarezza e alla trasparenza. Ma soltanto dopo aver sviluppato un confronto approfondito a livello politico e dopo aver determinato un coinvolgimento ampio della cittadinanza.
Sul rispetto della volontà popolare, infatti, noi Socialisti Riformisti riteniamo che non si possa assolutamente scherzare.
Repubblica di San Marino, li 25 maggio 2012
- San Marino, Upr. Il Governo, espressione del Patto per San Marino, ‘in ritirata’
- San Marino, Psrs. Ritiro ‘immobili a chiunque’