Renato Clarizia, governatore della Banca Centrale di San Marino, Il Journal, Simone Ricci

Renato Clarizia, governatore della Banca Centrale di San Marino, Il Journal, Simone Ricci

Il Journal
Renato Clarizia, governatore della Banca Centrale di San Marino
Simone Ricci
Renato Clarizia, avvocato e professore di Diritto Privato presso l’Università di Roma Tre, è salito alla ribalta delle cronache finanziarie quando è stato nominato governatore della Banca Centrale di San Marino, un incarico che ricopre ormai da sei mesi. Il Journal lo ha intervistato soprattutto in merito a ciò che intende fare per migliorare l’immagine della Repubblica del Titano e dal punto di vista della trasparenza fiscale.
Il J: I contribuenti si sentono spesso frustrati dalle notizie che giungono da paradisi fiscali come San Marino. Che cosa devono attendersi da questa nuova gestione?
R: Finora San Marino ha campato di rendita, poi lo scudo fiscale ha portato via un miliardo e mezzo di euro e a questo punto sono nati i problemi. Ci sono però anche delle leggi più “trasparenti”, di adeguamento alla normativa comunitaria, contro il riciclaggio e il segreto bancario. L’impegno c’è e il modello da seguire è quello del Granducato del Lussemburgo, per avere l’Italia come interlocutore privilegiato. L’obiettivo è quello di recuperare credibilità etica, con l’offerta di attrattive e sgravi fiscali, provvedimenti che sono stati apprezzati dall’Ocse e dal Fondo Monetario Internazionale. Quello che dispiace è il fatto che, proprio quando San Marino sta diventando più collaborativo, non lo è allo stesso modo l’Italia, tanto è vero che stiamo guardando anche ad altri orizzonti.
Il J: La recente vicenda di evasione fiscale che ha visto coinvolto Cesare Pambianchi, numero uno della Confcommercio romana, mostra come alcuni patrimoni occulti siano ancora presenti a San Marino. Come mai?
R: Questi fatti dimostrano che c’è ancora molto da fare e come Banca Centrale noi ci stiamo impegnando a favorire una gestione più accentrata del denaro contante e nella creazione di una centrale dei rischi. La strada da seguire è questa, lei pensi che prima del mio arrivo a San Marino, uno stato di soli 27mila abitanti, erano presenti ben cinquantuno finanziarie. Ora siamo scesi a trentasette, con varie fusioni e accorpamenti, ma servono delle novità, come ad esempio un regolamento delle società finanziarie.
Il J: Quali sono le proposte in fatto di consumo e consumatori?
R: La direttiva sul credito al consumo è in fase di sviluppo, non c’è ancora una legge vera e propria ma la si sta attuando. San Marino deve comprendere che il periodo che lo attende non è semplice, ormai si stanno fronteggiando anche problemi nuovi, come quello della disoccupazione, emerso persino dal recente discorso del Papa.
Il J: Il ruolo dei paradisi fiscali sta dunque cambiando?
R: La Repubblica vuole investire molto su formazione ed energie rinnovabili, si tratta di un’ultima spiaggia. Il Governo è comunque determinato a realizzare progetti concreti, i contribuenti devono sapere che la collaborazione sarà maggiore e soprattutto trasparente, anche se vorrei sottolineare che dai risultati dello scudo fiscale è emerso come gli evasori siano in gran parte della città di Rimini. Anche il turismo ci può aiutare, ma è rimasto troppo ancorato al concetto di stanzialità.
Il J: Lei rivendica quindi i successi ottenuti in questi primi sei mesi di incarico?
R: Non sono dipesi soltanto da me, c’è un gruppo di italiani molto professionali, vorrei citare in particolare Marco Arzilli, giovane segretario di Stato, molto propositivo.
Il J: Le auguro allora buon lavoro e la ringrazio per l’intervista che ci ha voluto rilasciare.

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