Repubblica futura è contro il decreto legge 212/2020

Repubblica futura è contro il decreto legge 212/2020

Repubblica futura è contro il decreto legge 212/2020

Col decreto legge 212/2020 il governo ha gettato la maschera: nessuno, nel Paese, può sapere nulla sul prestito ponte che Gatti, a nome del governo, intende sottoscrivere.

Se fossero vere le notizie emerse pubblicamente sul prestito ponte, siamo davanti a una scelta devastante: 150 milioni da restituire fra 1 anno, cosa che ovviamente non riusciremo a fare perché sono soldi che il governo non ha la minima idea di come trovare (basti pensare che ha presentato un bilancio con quasi 70 milioni di buco, dunque figuriamoci…)

150 milioni a quasi il 3%, da restituire fra 1 anno, reperiti da una società del Delaware che si occupa del settore “food”, utilizzando uno studio legale vicino a un altro strettamente legato alla presidenza di Bcsm.

Come mai si è scelta questa strada? Chi ci guadagna? Quanto pagheremo a questa società del Delaware per i finanziamenti? C’erano alternative? I soldi che arriveranno dal Delaware rispettano tutti i criteri di trasparenza e tracciabilità previsti dal nostro ordinamento?

Ma soprattutto: quali garanzie sono state date su questo prestito? Quali beni dovrà alienare San Marino se, come probabile, non riuscirà a ripagare il prestito? Quali beni di tutti i sammarinesi sono a rischio?

Non si sa. Il decreto 212/2020 prevede che gli atti, i documenti e i contratti relativi a questo indebitamento non debbano nemmeno essere registrati: incredibile! Quasi fosse un atto privato fra il Segretario e i finanziatori, e non venissero ipotecati i beni dello Stato.

Inoltre, altro fatto grave, si prevede l’esenzione totale dalle imposte previste nel nostro Paese per tutto quanto deriva da questo contratto di finanziamento. E infine, il foro competente, il Tribunale che giudicherà eventuali controversie, sarà un Tribunale straniero ma, udite udite, scelto dai finanziatori a loro discrezione!

Un decreto, dunque, senza senso che serve a realizzare un prestito pericolosissimo per il nostro Paese, che ci condurrà dritti al default.

Annunciamo fin da ora che ci attiveremo con la cittadinanza per proporre l’abrogazione di questo decreto, non appena ratificato: valuterà la popolazione se è giusto o meno ipotecare i beni dello Stato, rischiare di dover rinunciare ai gioielli di famiglia (magari anche all’Azienda dei Servizi, chissà) per alimentare la voglia di continuare a spendere soldi a vanvera da parte di questo governo (ricordiamo i 700mila euro in 27 giorni per eventi e consulenze…).

Cogliamo l’occasione per ricordare quale sia l’alternativa più praticabile e saggia: un prestito ponte da parte di Bcsm (che pare abbia a disposizione ha 340 milioni di liquidità) per superare il momento, l’elaborazione di un piano di “resistenza e sviluppo” (per giungere quanto prima ad avere un bilancio in pareggio o in avanzo) e di un progetto di crescita economica da concordare con le organizzazioni internazionali, e solo in quel momento dare corso all’emissione dei bond sui mercati. A quel punto San Marino sarà credibile e le risorse che arriveranno potranno essere destinate, davvero, allo sviluppo economico e non a chiudere i buchi.

 

Repubblica futura

 

 

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