“Il governo ha gettato la maschera: nessuno, nel Paese, può sapere nulla sul prestito ponte che Gatti, a nome del governo, intende sottoscrivere”.
Così Repubblica futura la pensa sul decreto legge 212/2020, sottolineando in un comunicato che, “se fossero vere le notizie emerse pubblicamente sul ‘prestito ponte’, siamo davanti a una scelta devastante: 150 milioni da restituire fra un anno, cosa che ovviamente non riusciremo a fare perché sono soldi che il governo non ha la minima idea di come trovarereperiti da una società del Delaware che si occupa del settore ‘food’, utilizzando uno studio legale vicino a un altro strettamente legato alla presidenza di Bcsm”.
Il decreto 212/2020 “prevede che gli atti, i documenti e i contratti relativi a questo indebitamento non debbano nemmeno essere registrati, quasi fosse un atto privato fra il segretario Gatti e i finanziatori, e non venissero ipotecati i beni dello Stato”.
Il partito di opposizione, infine, annuncia fin da ora che si attiverà con la cittadinanza “per proporre l’abrogazione di questo decreto, non appena ratificato: valuterà la popolazione se è giusto o meno ipotecare i beni dello Stato, rischiare di dover rinunciare ai gioielli di famiglia per alimentare la voglia di continuare a spendere soldi a vanvera da parte di questo governo”.
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