Riciclaggio tentato, condanna a due anni e mezzo e confisca da 989mila euro, L’informazione di San Marino

Riciclaggio tentato, condanna a due anni e mezzo e confisca da 989mila euro, L’informazione di San Marino

Condanna a 2 anni e 6 mesi per tentato riciclaggio oltre a una multa di 6000 euro, 2 anni di interdizione e la confisca di oltre 989mila euro ritenuti di provenienza illecita.

Antonio Fabbri

Questa la condanna stabilita dal Commissario della legge Simon Luca Morsiani nei confronti di Giuseppe Libertella, 55enne di Agrigento.

Le contestazioni Secondo l’imputazione il denaro, frutto di una serie di reati tra cui truffa, appropriazione indebita, bancarotta e abusivismo finanziario, commessi dallo stesso imputato, arrivò sul Titano nel 1998. Su un solo libretto venne versato in contanti l’equivalente in Lire di 979mila euro. Di qui, all’estinzione del libretto, i soldi erano stati trasferiti in un conto cifrato sul quale vennero versati ulteriori contanti. Diverse poi le movimentazioni tra prelievi di contante e investimenti in titoli. Ulteriori trasferimenti di somme vennero fatti sul conto di una società – la Carbon Investments S.C.I. – mentre altri fondi finirono in buona parte su un conto svizzero intestato al fratello dell’imputato. Quando nel 2017 Giuseppe Libertella chiese a Carisp un finanziamento di 660mila euro per l’acquisto di un immobile da intestare alla compagna e che doveva essere garantito dalle somme presenti sul conto della Carbon Investments, a lui riconducibile, scattarono evidentemente le verifiche del caso e la banca negò il finanziamento. L’uomo chiese allora di svincolare altri fondi che aveva su un conto di gestione per versarli sempre sul conto della Carbon, preannunciando la richiesta di assegni circolari. Un complesso di operazioni che risultarono sospette alla banca e fecero scattare la segnalazione, prima, e l’indagine, poi.

Le conclusioni del Pf Ieri si è svolta l’ultima udienza di primo grado sul caso. Nelle sue conclusioni il Procuratore del fisco, Roberto Cesarini, ha ricostruito le movimentazioni e anche la provenienza del denaro che il Pf ha ritenuto sicuramente di origine illecita, anche alla luce dell’attività “pluripregiudicata della famiglia Libertella”, ha detto il Pf citando alcune sentenze dei tribunali italiani e affermando che l’operatività dei vari soggetti interessati dalle movimentazioni è sempre stata la medesima, finalizzata alla distrazione dei cespiti delle aziende gestite e alla movimentazione delle somme ritenute illecite. “Non voglio nemmeno pensare che non sia punibile il reato perché le condotte sono iniziate prima del 2013 – ha detto il Pf anticipando le tesi difensive – anche perché ci sono condotte anche successive. Chiedo comunque – ha detto il Pf – che le condotte dell’imputato vengano considerate come reato mancato, solo perché la Carisp non ha dato corso alla erogazione del finanziamento. In linea teorica la pena può essere diminuita di un grado per il misfatto mancato, ma la Procura fiscale ritiene che per la gravità dei fatti e la personalità dell’imputato, la penale responsabilità per il reato contestato, anche eventualmente nella figura del misfatto mancato, debba vedere la richiesta della prigionia di 5 anni, multa 9000 euro, 2 anni interdizione più spese processuali, oltre alla confisca somme sequestrate 989.894,02 euro più interessi maturati, a fronte di un operatività sul conto arrivata a quasi 4 milioni di euro”.

L’arringa della difesa Diametralmente opposta, ovviamente, l’arringa dell’avvocato Simone Menghini, difensore di Libertella: “Quello che vorremmo dimostrare è che questo il cliente ha fatto dei reati i Italia, ma non ne ha compiuti a San Marino. Semplicemente perché non viene avanzata nessuna richiesta di finanziamento a Cassa. Il mio assistito ha chiesto, nell’interesse della compagna, di porre in essere un finanziamento in favore della stessa. Tanto che poi la signora ha comprato casa e una banca italiana le ha fatto il finanziamento. I soldi, poi, sono della società Carbon, che non è imputata né indagata, non del mio assistito”. Poi l’avvocato ha sottolineato che il suo assistito “è entrato in possesso di quote del di lui padre per eredità, siamo al riciclaggio per eredità? Non si può dire che abbia perpetrato riciclaggio per anni”. Quindi il richiamo alla sentenza di agosto dei Garanti: “Ha rimesso in chiaro le cose e stabilito che il riciclaggio è reato istantaneo e occorre sempre una condotta commissiva. Anche l’occultamento deve essere commissivo, non omissivo. Il mero possesso di somme ante 2013 di cui il soggetto sia imputato, non può costituire alcun reato. Sulla base di questi principi Libertella va assolto. Perché il fatto sussiste o per non aver commesso il fatto. Manca proprio il fatto materiale e anche sul reato presupposto non c’è specificazione”, ha detto il legale.

La sentenza Il giudice Morsiani ha condannato l’imputato per tentato riciclaggio e, diminuendo la pena di un grado, lo ha condannato a 2 anni e 6 mesi di prigionia, multa a giorni pari a 6000 euro interdizione per 2 anni di interdizione dai pubblici uffici e diritti politici. Disposta anche la confisca di quanto sequestrato, pari a 989.894,02 più interessi.

La difesa ha già annunciato che ricorrerà in appello

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