Rifiuti pericolosi a Murata, Repubblica futura definisce Canti “il segretario di Stato alla Propaganda”

Rifiuti pericolosi a Murata, Repubblica futura definisce Canti “il segretario di Stato alla Propaganda”

“Il segretario di Stato alla Propaganda”.

Così viene definito Stefano Canti, segretario di Stato per il Territorio e l’Ambiente, da Repubblica futura.

“Non è semplice star dietro ai proclami che il segretario di Stato al Territorio, che per tale motivo potrebbe a buon titolo essere nominato segretario di Stato alla Propaganda, lancia alla cittadinanza pressoché quotidianamente – dice in un comunicato il partito di opposizione -. Questa volta è il caso della bonifica, che viene definita ‘al via!’, dei rifiuti pericolosi stoccati a Murata presso il capannone della ex ditta Beccari. E se la proprietà non pagherà le spese? Procedura di esproprio per il capannone! La cittadinanza si immagina così che solerti e competenti addetti da domani si appresteranno alla rimozione dei rifiuti da quel luogo; e che finalmente i rei paghino il dovuto alla comunità. Peccato che, in realtà, il tutto al momento si sostanzi nel semplice avvio di una procedura tramite la quale, per mezzo della solita delibera ‘andate e fate’ emessa nei confronti delle Aziende autonome di Stato, si dà mandato alle stesse di provvedere alla bonifica”.
“Dato che questo esecutivo ha svilito le risorse interne alle Aziende a tal punto da dover ricorrere sempre più spesso all’esternalizzazione, come dimostra il recente bando per lo sfalcio delle banchine stradali, l’Aass, competente in materia, e a proposito non si capisce perché il segretario, evidentemente confuso, invochi sempre le Aziende in coppia come le Kessler, sarà costretta a bandire per la bonifica un’apposita gara d’appalto – polemizza Rf -. La deliberazione e l’aggiudicazione di tale gara non saranno adempimenti facili, data la particolarità del tema in oggetto; a meno che il Congresso di Stato, come già accaduto per la famigerata gara di appalto per la fornitura di mascherine, non si sostituisca agli organismi deputati per indirizzare la gara”.
E non è finita qui: “Ammesso e non concesso che tale appalto giunga a buon fine – puntualizza Repubblica futura -, occorreranno poi i tempi di realizzazione della bonifica vera e propria. Insomma, una situazione ben lontano dall’essere risolta come vuol dar a intendere il segretario alla Propaganda, ma tuttalpiù un iter che si sta avviando e che, speriamo, riesca a giungere al termine. Va ricordato inoltre che, quando il segretario alla Propaganda militava, o millantava?, fra i banchi dell’opposizione, la situazione della ex Beccari era considerata una emergenza ambientale insostenibile; le fanfare della pseudo stampa, per attaccare il governo di allora, facevano il report quotidiano dei ratti avvistati nella zona. Registriamo che il segretario alla Propaganda ha impiegato due anni e mezzo solamente per avviare le procedure per quella che veniva descritta come una priorità non rinviabile”.
“Dulcis in fundo, l’affare costi: se la proprietà non ‘conciliasse’ saranno avviate le procedure di esproprio del capannone. Che naturalmente si realizzerà, se tutto va bene, con i tempi necessari. Va da sé che se i costi di bonifica, che qualche bene informato ai tempi propalava sui giornali come stratosferici, fossero superiori al valore dell’immobile, per la proprietà sarà del tutto indifferente la perdita del bene espropriato. Ed il resto lo mette Pantalone“, chiosa Rf.
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