San Marino. Libera avvisa il governo: “Non è più il tempo dei giochini, ma è quello delle scelte”

San Marino. Libera avvisa il governo: “Non è più il tempo dei giochini, ma è quello delle scelte”

“Il Paese ha bisogno di scelte, questa maggioranza non riesce a produrle”.

Lo dichiara Libera, spiegando in una nota che il recente scontro tra le forze che sostengono l’attuale esecutivo, “scatenato dall’annuncio di Rete Desk della stesura di un proprio ‘Progetto Paese’ alternativo a quello ufficiale proposto dalla segreteria all’Industria”, è solo “l’ultimo, paradossale episodio che conferma la totale incapacità di questa maggioranza di trovare una sintesi per fornire soluzioni organiche e strutturali a un Paese che è, invece, in drammatica attesa di risposte alle mille problematiche quotidiane”.

“Ci spiace dover ripetere concetti che abbiamo espresso all’infinito ma, dopo aver sistemato definitivamente il dossier Tribunale, per una volta con una azione coordinata, unitaria e programmata nei minimi dettagli, Pdcs, Rete, Dml e quello che rimane di Npr hanno evidenti difficoltà ad individuare prospettive concrete che possano giustificare il loro stare insieme – affermano il partito di opposizione -. Lo psicodramma dei consiglieri di maggioranza è facilmente comprensibile. Per due anni gli sono stati indicati obbiettivi chiari e definiti: rovesciare l’organigramma del nostro sistema giudiziario, allontanare giudici scomodi, attribuire a un tribunale considerato ora amico un ruolo spropositato e sbilanciato nei confronti degli altri due poteri dello stato (forse sul modello di quanto è successo in Italia) e, soprattutto, condizionare l’esito dei più importanti processi della recente storia del nostro Paese. E su questo non c’è niente da dire, governo e maggioranza hanno dimostrato compattezza, cinismo, determinazione ed arroganza riuscendo a raggiungere un risultato drammaticamente completo”.

E ancora: “Oggi, però, il Paese si trova di fronte a tutta una serie di sfide, alcune ereditate da anni di mancate scelte, altre emerse in questi ultimi anni, che per essere risolte richiederebbero visione, prospettiva condivisione e, soprattutto, capacità di prendere decisioni a lungo raggio. Bilancio dello Stato in continuo deficit strutturale, debito pubblico (esterno e/o interno), riorganizzazione e sostegno del sistema bancario, percorso di associazione all’Unione europea, gestione delle conseguenze della pandemia, emergenza energetica, Prg e tutela del territorio, sistema socio-sanitario in ginocchio. Sono solo alcune delle macro tematiche che dovrebbero essere sul tavolo di un esecutivo capace di produrre un modello Paese nuovo e innovativo da proporre alle opposizioni, alle categorie economiche, alle forze sociali e a tutto il Paese. Ma come è pensabile parlare di condivisione e di Paese coeso se su questi sono prima di tutto le forze di maggioranza ad avere visioni completamente differenti e divergenti? Quale idea di futuro può mettere d’accordo i conservatori democristiani, gli ex rivoluzionari retini, i neo liberisti di Motus Liberi e gli pseudo socialisti di Npr?“.

Libera, “ormai più di un anno fa”, ricorda di aver definito questo governo “politicamente morto” perché “era purtroppo facile intuire che la forza dei numeri consiliari non si sarebbe tradotta in forza delle scelte e delle proposte“.
“Siamo stati, ahimè, facili profeti – manda a dire Libera -. Non ci siamo, però, fermati alle semplici previsioni, ma abbiamo continuato a lavorare con responsabilità per dare il nostro contributo e per affinare una nostra proposta organica che possa finalmente sciogliere i mille lacciuoli, alcuni storici altri indicibili, che non ci permettono di uscire dalle secche e di garantire ai nostri concittadini un Paese moderno, equo, giusto, solidale e libero”.

San Marino “è un piccolo Stato, ma può vantare un grande passato e grandi risorse umane e territoriali per aspirare ad un grande futuro; il tempo però stringe, la situazione è oggettivamente complessa, non è più il tempo dei giochini, ma è quello delle scelte“.
E, “lo ribadiamo ancora una volta, questo governo, per incapacità o, ancor peggio, per propria volontà, non è evidentemente in grado di produrle”.

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