Non c’è nessuna traccia di strumenti per combattere l’evasione
ed elusione fiscale. Se i nostri calcoli non fossero esatti, la Segreteria di
Stato dimostri che non vuole colpire i lavoratori dipendenti
ed elusione fiscale. Se i nostri calcoli non fossero esatti, la Segreteria di
Stato dimostri che non vuole colpire i lavoratori dipendenti
I conti sugli effetti delle ipotesi di riforma fiscale li abbiamo fatti
sulla base delle dichiarazioni rilasciate dalla Segreteria di Stato per le
Finanze, quindi sono corretti e verosimili. Confermiamo che l’ipotesi
prospettata dalla stessa Segreteria di ridurre in modo significativo la quota di
esenzione relativa alle spese produzione reddito e l’abbattimento del reddito
lordo, applicata su uno stipendio medio da lavoro dipendente, produce una
decurtazione di circa 300 euro.
Del resto l’intero impianto delle
proposte dell’Esecutivo dimostra che non c’è ancora nessuna volontà di
combattere la diffusa evasione ed elusione fiscale e di fare emergere i redditi
e i patrimoni dei soggetti economici, e che l’unica area su cui si vuole
aumentare la pressione fiscale è ancora una volta quella dei lavoratori
dipendenti, i cui redditi sono gli unici ad essere certi e
trasparenti!
Nelle linee di riforma illustrate non c’è infatti nessuna
traccia di tassa patrimoniale sulle concentrazioni immobiliari, di tassazione
delle attività finanziarie, di nuovi e più efficaci strumenti di accertamento
dei redditi, al di là di una misera minimum tax che si configura come una sorta
di riedizione del sistema forfetario. A questo propositivo, con la minum tax
applicata alle attività economiche, la Segreteria di Stato ha stimato un
introito da 2,4 a 5 milioni; una proiezione che ha un’approssimazione del 100%,
e che, soprattutto, indica cifre davvero minimali e irrisorie rispetto
all’entità del disavanzo pubblico!
Questa totale assenza di interventi
contro l’evasione e per l’emersione degli ingenti redditi e patrimoni che nulla
hanno mai pagato al fisco, così come sconcertanti dichiarazioni del Segretario
di Stato per le Finanze, dimostrano che l’Esecutivo ha concepito una riforma
fiscale tutt’altro che equa, in cui il bersaglio prediletto per fare cassa è
sempre quello dei reddito dei lavoratori dipendenti, che noi vogliamo
assolutamente tutelare!
E se le cifre che noi abbiamo calcolato non
fossero esatte, allora la Segreteria di Stato ci dimostri che non vuole colpire
i salari e gli stipendi dei lavoratori dipendenti e ci dica anche come intende
reperire le necessarie risorse per la tenuta del bilancio dello Stato e per
assicurare uno stato sociale adeguato. Se ha a cuore il futuro dell’economia del
paese e il mantenimento del livello dei servizi pubblici ai cittadini, deve
introdurre tutte quelle necessarie misure di riforma per accertare i redditi e
patrimoni nascosti del lavoro autonomo e sottoporli ad adeguata tassazione, e
smettere di concentrare tutta l’attenzione solo sui lavoratori dipendenti.
sulla base delle dichiarazioni rilasciate dalla Segreteria di Stato per le
Finanze, quindi sono corretti e verosimili. Confermiamo che l’ipotesi
prospettata dalla stessa Segreteria di ridurre in modo significativo la quota di
esenzione relativa alle spese produzione reddito e l’abbattimento del reddito
lordo, applicata su uno stipendio medio da lavoro dipendente, produce una
decurtazione di circa 300 euro.
Del resto l’intero impianto delle
proposte dell’Esecutivo dimostra che non c’è ancora nessuna volontà di
combattere la diffusa evasione ed elusione fiscale e di fare emergere i redditi
e i patrimoni dei soggetti economici, e che l’unica area su cui si vuole
aumentare la pressione fiscale è ancora una volta quella dei lavoratori
dipendenti, i cui redditi sono gli unici ad essere certi e
trasparenti!
Nelle linee di riforma illustrate non c’è infatti nessuna
traccia di tassa patrimoniale sulle concentrazioni immobiliari, di tassazione
delle attività finanziarie, di nuovi e più efficaci strumenti di accertamento
dei redditi, al di là di una misera minimum tax che si configura come una sorta
di riedizione del sistema forfetario. A questo propositivo, con la minum tax
applicata alle attività economiche, la Segreteria di Stato ha stimato un
introito da 2,4 a 5 milioni; una proiezione che ha un’approssimazione del 100%,
e che, soprattutto, indica cifre davvero minimali e irrisorie rispetto
all’entità del disavanzo pubblico!
Questa totale assenza di interventi
contro l’evasione e per l’emersione degli ingenti redditi e patrimoni che nulla
hanno mai pagato al fisco, così come sconcertanti dichiarazioni del Segretario
di Stato per le Finanze, dimostrano che l’Esecutivo ha concepito una riforma
fiscale tutt’altro che equa, in cui il bersaglio prediletto per fare cassa è
sempre quello dei reddito dei lavoratori dipendenti, che noi vogliamo
assolutamente tutelare!
E se le cifre che noi abbiamo calcolato non
fossero esatte, allora la Segreteria di Stato ci dimostri che non vuole colpire
i salari e gli stipendi dei lavoratori dipendenti e ci dica anche come intende
reperire le necessarie risorse per la tenuta del bilancio dello Stato e per
assicurare uno stato sociale adeguato. Se ha a cuore il futuro dell’economia del
paese e il mantenimento del livello dei servizi pubblici ai cittadini, deve
introdurre tutte quelle necessarie misure di riforma per accertare i redditi e
patrimoni nascosti del lavoro autonomo e sottoporli ad adeguata tassazione, e
smettere di concentrare tutta l’attenzione solo sui lavoratori dipendenti.