Corriere Romagna: «Hera non è più un’azienda del territorio» /
Progetto d’integrazione in salita. «Le difficoltà non mi sorprendono e le condivido» / Il sindaco striglia la spa. «Deve pensare meno a Piazza Affari e più alle persone»
RIMINI. Invece di pensare a Piazza Affari, Hera dovrebbe ricordarsi che è nata per ragioni di solidità, ma le fortune del gruppo non possono dividersi da quelle del territorio. Caratteristica che la spa pubblica sta perdendo sempre più. Il “siluro” è lanciato dal sindaco Andrea Gnassi. Il tema è quello della fusione con Acegas. Esempi? Le fogne dimenticate. I super stipendi dei manager.
Il Fatto. Hera e Acegas stanno lavorano a un progetto di fusione. I vari Comuni stanno discutendo e votando in aula. Il sindaco di Forlì si è opposto radicalmente. Cgil, Cisl e Uil hanno firmato il Patto di sindacato. Lunedì è in programma l’assemblea di Hera. E Rimini si presenta senza avere convocato il consiglio comunale. Perchè? Il sindaco Andrea Gnassi ieri ha risposto alle polemiche. «Non è la giunta che non vuole portare la questione in consiglio. La commissione ha deciso di approfondire ulteriormente, rinviando a nuova seduta. Conclusa la discussione la delibera avrà il suo iter».
Quello che non va. Il primo cittadino apre l’analisi politica, ricordando di avere sempre chiesto a Hera di «recuperare lo spessore di azienda del territorio» che, insieme al vincolo di «maggioranza pubblica è (forse ormai tocca dire era), uno degli elementi qualificanti» per aderire «all’aggregazione in Hera». (…)