Rimini. Biennale del Disegno OFF, inaugura la mostra ‘De Finibus Imaginum’ di Zino

Rimini. Biennale del Disegno OFF, inaugura la mostra ‘De Finibus Imaginum’ di Zino

Inaugura oggi alle 18.30, negli spazi dell’Agenzia Nfc di Rimini (Galleria Gorza Via xx settembre 32),  la mostra ‘De Finibus Imaginum’ dell’artista Luigi Franchi, in arte Zino. Al centro di ogni lavoro dell’artista ci sono i ‘Lego’, i celebri mattoncini che appassionano bambini e adulti. Introduce la serata l’assessore alla cultura del Comune di Rimini, Massimo Pulini: a seguire l’intervento di Guya Bacciocchi (curatrice della mostra). La mostra rimane in allestimento fino al 3 luglio ed è visitabile tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 18.30; sabato su appuntamento.

Nelle opere di Zino bisogna dimenticare tutto ciò che sappiamo, o crediamo di sapere sulla prospettiva; lo spettatore si trova in una nuova dimensione, dove cubismo analitico e sintetico si fondono, e dove i mattoncini LEGO® sono il tramite tra realtà ed opera d’arte; così lo storico edificio del Teatro Galli cambia forma e colori, entrando in una nuova dimensione, tra gioco e realtà, tra antico e contemporaneo, tra la Rimini che fu e la Rimini che sarà. Alla fine i mattoncini LEGO® potrebbero sembrare dei pixel, e l’opera d’arte potrebbe sembrare una rielaborazione digitale; ma no, Zino è analogico, e ai pixel, in questi lavori, preferisce i piccoli incastri colorati di quando eravamo piccoli.

Le opere sono animate e provano prepotentemente a uscire dalla tela, cercano una loro dimensione indipendente, poiché fondamentalmente non sono che oggetti completi nella loro incompletezza, sono unici, seppur divisi, agglomerati di plastica colorata, e potrebbero avere qualsiasi forma, ma che si sono incastrati ricreando l’immagine nella sua più semplice struttura. L’arte di Zino è un’arte semplice, ma che racchiude in sé un’anima molto più complicata; perché le immagini sono come noi le vediamo, ma al tempo stesso sono differenti, perché anche il più semplice degli oggetti può diventare un “rebus” agli occhi di un’altra persona… dopotutto l’arte è sempre negli occhi di chi la guarda. [c.s.]



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