Rimini. Falsi certificati per non lavorare, prof nei guai

Rimini. Falsi certificati per non lavorare, prof nei guai

Una 30enne originaria di Reggio Calabria avrebbe sfruttato la compiacenza di due medici per stare a casa e continuare a ricevere lo stipendio: chiesto il rinvio a giudizio

LORENZO MUCCIOLI – Truffa ai danni dello Stato: questa l’ipotesi di reato a carico di una insegnante ‘fannullona’ che, secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, avrebbe approfittato della compiacenza di due medici curanti per farsi rilasciare dei certificati comprovanti il suo stato di salute ed evitare così di presentarsi al lavoro, pur continuando come se nulla fosse ad intascare lo stipendio. La donna, una 30enne originaria della provincia di Reggio Calabria, dal 2019 al giugno scorso ha prestato servizio come supplente con contratti a tempo determinato in tre diversi istituti superiori della provincia di Rimini: il ‘Tonino Guerra’ di Novafeltria, il ‘Belluzzi – Da Vinci’ e il ‘Leon Battista Alberti’ di Rimini. Insieme a lei, nel registro degli indagati, sono finiti anche i due dottori calabresi che avrebbero preso parte alla presunta macchinazione e che ora sono accusati anche di falsità ideologica in certificati. I tre indagati sono difesi dagli avvocati Rosa Cilea, Domenico Vadalà e Luca Barillà. Per loro il sostituto procuratore Luca Bertuzzi, titolare dell’inchiesta, ha chiesto il rinvio a giudizio (…)

Articolo tratto da Resto del Carlino

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