I soprusi sul figlio non ancora 14enne affetto anche da una malformazione fisica sono andati avanti per nove anni.
ENRICO CHIAVEGATTI – Dal 2012 al 2020 ha preso a frustate il figlioletto affetto pure da una malformazione congenita con i cavi del caricabatteria o le fascette usate per legare i cavi. La colpa del bambino? Non riuscire ad imparare a memoria i versi del Corano recitati in arabo, lingua non parlata in casa e che per questo non era in grado di capire. Ieri mattina il padre-padrone, un 46enne originario del Senegal che per giustificare con l’ex moglie e il bambino la punizione ogni volta ricordava come «mia madre mi dava con un bastone di albero e mi lasciava il segno… il segno sul corpo andava via ma in testa rimaneva ed io imparavo… io devo insegnarti l’educazione, non voglio un figlio maleducato”», giocoforza ha “scoperto” che i suoi metodi educativi per la legge italiana sono considerati maltrattamenti in famiglia aggravati dalla minore età della vittima. Un reato da cui dovrà difendersi davanti al Tribunale di Rimini a partire dal prossimo 15 settembre. (…)
Articolo tratto dal Corriere di Romagna