Patrizia Cupo – Corriere Romagna: Crisi, si risparmia anche su latte e pane /
I tagli sulla tavola stimati in un 3 per cento. Ben più consistente l’abbigliamento: – 10 /
Indino (Confcommercio): «E’ la situazione più drammatica degli ultimi 50 anni»
RIMINI. “Meglio” l’acqua del latte, “meglio” la pasta del pesce. E il pane? Anche no. Rimini fa un salto indietro nel tempo e torna agli anni Sessanta: calati del 3% i consumi alimentari, perfino di quelli considerati essenziali come latte e pane. Flessione, ben più importante, per l’abbigliamento (fino al 10%): vanno meglio solo i prodotti elettronici. Fumo negli occhi, poi, i saldi tra imprese chiuse e quelle appena aperte: il 90% delle prime di norma viene da un’esperienza lunga lustri, le seconde durano appena pochi mesi. «E’ la crisi più drammatica degli ultimi 50 anni, ma vogliamo essere ottimisti: speriamo di essere alla fine del tunnel», commenta Gianni Indino, presidente di Confcommercio Rimini. In provincia, dice Indino, si confermano i dati allarmanti del trend nazionale diffusi ieri dal rapporto 2913 della Coop su consumi e distribuzioni: il reddito reale delle famiglie è caduto di almeno il 10%, ma di contro aumentano i prezzi al consumo, anche dei generi alimentari. Secondo gli indici raccolti ad agosto in
città e validati dalla commissione comunale per il controllo dei prezzi, rispetto allo stesso mese del 2012, gli alimentari sono cresciuti del 2% (calati dello 0,1% rispetto a luglio), abbigliamento e calzature del 2,9%, servizi ricettivi e ristorazione del 5,8%. Nel paniere, sempre su base annua, il prezzo della verdura è cresciuto dello 0,1%, l’acqua e le bevande dell’1,5%, il latte del 2,9%, le carni del 2,1%. «Non è una sensazione dell’ultima ora: la cosa va avanti già da un po’. (…)
Giorgio Morandi