Rimini. Gnassi sul Masterplan dopo San Gaudenzo: ‘Alla base ci vuole un sistema di comunità’

Rimini. Gnassi sul Masterplan dopo San Gaudenzo: ‘Alla base ci vuole un sistema di comunità’

RIMINI. Dopo le parole del Vescovo di Rimini Francesco Lambiasi, il sindaco Andrea Gnassi prende la parola per focalizzare l’attenzione di Palazzo Garampi su un nodo particolare: il rapporto tra centro e periferia nell’idea di governo di una città. 

Comunicato Stampa 

“La fatica di vivere i tempi della crisi. L’egoismo che accentua i mali e i pregiudizi della società moderna. Il ‘risorgimento’ che non può che transitare da uno sforzo collettivo, distribuito equamente tra tutte le componenti la civitas.

I tre ‘fiumi portanti’ dell’intervento pastorale alla ricorrenza del Santo Patrono sono alimentati da decine di rivoli eterogenei. Un reticolato di canali, scie e torrenti, semplice al leggersi ma complesso nella sua architettura, dal quale provo a isolare un tema: il rapporto tra centro e periferia nell’idea di governo di una città. Si tratta del nocciolo del Masterplan, cui alla base sta la visione di un sistema ‘di comunità’ che promuove omogeneamente riqualificazione, rigenerazione e rivitalizzazione, per una città connessa e circolare. Non più il cemento e l’uso del territorio a fare da collante, non più l’auto privata a ‘tiranneggiare’ le politiche dei trasporti, non più cattedrali nel deserto o deserti di cattedrali, ma relazioni fitte e sistematiche tra persone e tra luoghi a determinare futuro e vivibilità della realtà locale. Ogni parte di città va fatta dialogare con le altre: è un lavoro difficile, perché deve coniugare abitudini consolidate, pianificazioni precedenti, immissione di novità, problemi pluridecennali. Prendiamo la questione del centro storico: tutti gli interventi di riqualificazione e di valorizzazione di questo strategico asset storico/culturale/commerciale/relazionale saranno esplosi completamente nel loro potenziale allorché, ed è l’approfondimento che stiamo facendo in queste settimane, riusciremo ad ‘anticipare’ l’approvazione del Piano strutturale attraverso uno stralcio dedicato a centro e borghi che diluisca i vincoli urbanistici troppo rigidi. Agiremo sul divieto di frazionamento di appartamenti dalle pezzature sovradimensionate per permettere ai giovani e alle famiglie di affittare alloggi dagli spazi ragionevoli a un prezzo ragionevole. Prendiamo la fascia extraurbana: non vogliamo più periferie ma semmai cucire e riammendare aree ora ‘isolate’, fertilizzandole con strutture e servizi pubblici. Il compito che si prefigge questa Amministrazione comunale è fecondare con funzioni socializzanti forti, luoghi distanti dal cuore della città. Non è un caso, in questo senso, che tra i primi semi piantati vi sia la costruzione della scuola di Villaggio Primo Maggio e Gaiofana; un investimento consistente per dare a un quadrante di città, caratterizzato negli ultimi 15 anni da nuovi insediamenti abitativi e dunque a ‘rischio marginalità’, un luogo educativo, relazionale e di prospettiva ben saldo. La stessa tenacia per ricucire il territorio a mare e a monte della Statale 16, il centro e il forese, il Comune di Rimini la sta mettendo affinché siano realizzati da Società Autostrade gli svincoli con rotonde e sottopassi ciclopedonali tra SS16 e intersezioni con Superstrada di San Marino, Montescudo/Coriano e autonomamente Padulli. Sono imminenti, quindi, progetti e azioni per riqualificare i lungomari, a partire dal primo miglio nord di Torre Pedrera.

Posso assicurare che l’azione indicata dal Masterplan non derogherà di un centimetro e, prendendo alla lettera il senso dell’intervento di S.E. Monsignor Francesco Lambiasi, l’auspicio è che lo stesso possa essere condiviso da tutte le componenti la ‘civitas’ riminese. Se posso permettermi una piccola aggiunta, sottolineerei il valore urgente e educativo della parola nella composizione del corpo e dello spirito di una città. Spesso il silenzio, il restare allineati e coperti, il limitarsi a guardare come finisce, quando c’è chi affronta battaglie per scardinare rendite di ogni tipo e speculazioni di ogni genere e ogni età ha l’effetto di isolare e quindi neutralizzare le svolte. E se c’è una cosa che ha insegnato Marvelli è quella del coraggio della propria testimonianza, e non della propria convenienza”.

L’Ufficio Stampa

 

il Vescovo Lambiasi e il Sindaco Gnassi in un’immagine di repertorio

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