Rimini. Omicidio di Misano: killer in fuga, puo’ ancora uccidere: vuole completare la vendetta. Corriere Romagna

Rimini. Omicidio di Misano: killer in fuga, puo’ ancora uccidere: vuole completare la vendetta. Corriere Romagna

Andrea Rossini – Corriere Romagna: Il killer ora vuole completare l’opera /
Sotto protezione i fratelli della vittima e i familiari dell’assassino: tutto nasce da una bottigliata al bar /
Caccia al fuggitivo: è un camionista di 34 anni armato e senza più niente da perdere

RIMINI. Il killer in fuga, un camionista albanese di 34 anni residente a Misano, non ha più niente da perdere e come ultimo desiderio potrebbe cercare di completare la sua vendetta. Il delitto del supermercato, infatti, sembra essere la conseguenza di una faida familiare. I carabinieri, così, impegnati in una serrata caccia all’uomo, si preoccupano adesso di proteggere anche i due fratelli della vittima: potrebbero diventare i prossimi bersagli dell’assassino. Neppure i familiari del ricercato possono dormire sonni tranquilli: si temono vendette trasversali. (…) Grazie alle testimonianze il delitto è stato ricostruito nei dettagli. Nimet Zyberi incontra il suo assassino per caso al termine di una mattinata di commissioni. Prima passa in banca, poi in un negozio di alimentari, infine con moglie e figli va al Conad. E’ al supermercato che le due coppie si incontrano. I carrelli finiscono quasi per scontrarsi all’incrocio tra due corsie. La scena “muta” è ripresa dalle videocamere dell’impianto di sorveglianza. I due uomini si scambiano
poche parole, tra i denti. Poi ognuno va per la sua strada. Le immagini non sembrano il preludio di una tragedia. Nella testa dell’omicida, però scatta qualcosa. «Devo andare un attimo a casa, aspettami qui», dice alla moglie. Al ritorno sulla cinta dei pantaloni fa bella mostra una pistola semiautomatica. Il secondo non è un incontro, ma un agguato. Il killer aspetta il rivale nel parcheggio, nella zona dei carrelli. Stavolta la discussione è animata. Nimet torna verso l’auto dove con moglie e figli già a bordo, ma non se ne va. Dalla spesa afferra una grossa bomboletta spray, con del lucidante per auto, appena acquistata. Immagina che l’arma dell’altro sia finta o che non abbia intenzione di usarla. Non è così. Il rivale gli scarica addosso, assieme alla sua rabbia, tutto il caricatore: sette colpi, cinque dei quali a segno (oggi l’autopsia del dottor Pier Paolo Balli potrà confermare il dato). Il killer a quel punto torna in auto. Ordina alla moglie di lasciargli il posto alla guida e la riporta a casa. «Vai a prendere i figli a scuola», le ricorda nell’andarsene. Il suo sembra un addio. Ma è ancora in preda alla furia e con sé ha la pistola: c’è il timore che, a questo punto, voglia consumare fino in fondo la sua vendetta.
(…)

 

 

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