Rimini. Otto vigili sul banco degli imputati: «Ma il Comune non è parte civile»

Rimini. Otto vigili sul banco degli imputati: «Ma il Comune non è parte civile»

Otto vigili sul banco degli imputati: «Ma il Comune non è parte civile»
Chieste condanne per 70 anni nei confronti degli agenti accusati di aver rubato soldi agli spacciatori Duro l’attacco del pm Ercolani: «Non capisco perché l’amministrazione abbia lasciato sola la Procura»

Vanno dai 4 agli 11 anni e 6 mesi le richieste di condanna formulate ieri dal pubblico ministero Davide Ercolani al termine di una lunghissima requisitoria nel processo che vede alla sbarra otto agenti della polizia locale di Rimini, quasi tutti ex componenti del nucleo ambientale, difesi dagli avvocati Massimiliano Annetta, Roberta Rossi e Stefano Caroli. Le ipotesi di reato vanno, a vario titolo, dal peculato all’abuso d’ufficio, passando per falso in atto pubblico, distruzione e occultamento di atti, ispezioni personali arbitrarie di cittadini extracomunitari sospettati di spaccio. I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra il 2012 e il 2016 quando, secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza, alcuni degli indagati avrebbero sottratto somme di denaro agli spacciatori che stavano perquisendo. Nel marzo del 2018 vennero iscritti nel registro degli indagati i nomi di alcuni componenti del nucleo ambientale, protagonista di numerose operazioni contro lo spaccio di stupefacenti, come ‘Kebab connection’ a Borgo Marina. L’accusa era di aver sequestrato, senza mai dichiararle, alcune somme di denaro trovate nelle disponibilità dei pusher e dei campanellari durante i controlli. Per il pm Ercolani i comportamenti degli imputati «disvelano il ripudio, il tradimento dei valori fondanti della deontologia del pubblico ufficiale». Ercolani ha parlato di «fatti gravissimi, portati avanti in un contesto opaco e torbido». Le indagini – ha ribadito – «hanno evidenziato uno sfruttamento della divisa per il proprio profitto» (…)

Articolo tratto da Resto del Carlino

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