Rimini. Urla e rabbia in aula Il padre della vittima: «Voglio vedere in faccia chi ha ucciso mio figlio»

Rimini. Urla e rabbia in aula Il padre della vittima: «Voglio vedere in faccia chi ha ucciso mio figlio»

RASSEGNA STAMPA – Tensione in tribunale al processo che vede sul banco degli imputati Klajdi Mjeshtri, il buttafuori che ammazzò di botte Giuseppe Tucci nel giugno del 2023 all’uscita della discoteca Frontemare

«Lasciatemi, voglio guardarlo in faccia». Claudio Tucci ha gli occhi lucidi e la voce rotta mentre si avvicina al box dell’imputato. Dietro il vetro trasparente c’è Klajdi Mjeshtri, il buttafuori di origine albanese di 29 anni accusato di aver colpito il figlio di Claudio, Giuseppe Tucci, con una serie di pugni al volto, alla testa e al fianco, fino a causarne la morte, l’11 giugno del 2023 all’esterno della discoteca Frontemare di Rimini, al termine di una lite scoppiata dentro il locale, a quanto pare per via di una ragazza. Mjeshtri, occhiali da vista neri, camicia bianca e maglioncino blu, resta a testa bassa, stretto nelle spalle. L’udienza non è ancora cominciata, ma già nell’aula del tribunale di Rimini la tensione si taglia con il coltello. La polizia deve intervenire e si frappone tra l’ex buttafuori e papà Claudio. Gli agenti lo accompagnano fuori. Lì, nel corridoio freddo in cui stazionano anche il fratello e la zia dell’imputato, lo attende il conforto della moglie Lella e della sorella di Giuseppe, Barbara. E’ un abbraccio sofferto, straziante. Si stringono forte, i parenti del vigile del fuoco foggiano di 34 anni – padre di un ragazzino di 15 anni – come a voler fare quadrato, come a volersi schermare da un dolore troppo grande da sopportare. «Siamo qui e ci saremo sempre – dichiara papà Claudio – Nostro figlio è stato ucciso per niente, senza un motivo (…)

Articolo tratto da Resto del Carlino

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