Riordino scolastico. Comitato per la qualità della scuola

Riordino scolastico. Comitato per la qualità della scuola

IL RIORDINO SCOLASTICO APPRODA IN CONSIGLIO: IL COMITATO PER LA QUALITA’ DELLA SCUOLA CHIEDE TUTELA E ATTENZIONE ANCHE PER I PIU’ PICCOLI

L’anno scolastico sta volgendo al termine: un anno che ha visto la scuola balzare prepotentemente e suo malgrado agli onori della cronaca dopo l’approvazione della Legge Finanziaria di Dicembre, che prevedeva un ulteriore contenimento di spesa in questo delicato e quanto mai importante comparto. 

In seguito a questa decisione si è costituito il Comitato per la qualità della scuola, che tanto si è battuto negli ultimi mesi per orientare le scelte della politica nella direzione di preservare da provvedimenti restrittivi della spesa quegli aspetti che maggiormente potevano incidere sulla qualità del lavoro educativo e didattico nei vari ordini di scuola. In particolare si chiedeva di non andare a modificare il rapporto educatore-bambini (come invece richiesto dalla legge Finanziaria) ritenuto uno degli aspetti maggiormente determinanti della qualità dell’insegnamento. 4000 firme raccolte in sole due settimane hanno testimoniato la forza con la quale si chiedeva al Governo e all’intera classe politica di tutelare nel suo complesso la nostra scuola. 

I due Decreti delegati sul riordino scolastico sono stati licenziati dal Congresso di Stato il 30 Aprile ed è imminente la loro ratifica, inserita nell’ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio Grande e Generale del 4-9 Giugno.

L’obiettivo di tutelare la qualità della scuola di ogni ordine e grado è stato centrato? Nonostante il Segretario all’Istruzione e Cultura Morganti abbia affermato, anche in diverse occasioni pubbliche, che i provvedimenti adottati andassero nella direzione richiesta dalla raccolta firme, il Comitato vuole portare ancora una volta all’attenzione dell’opinione pubblica cosa effettivamente accadrà a partire dal prossimo anno scolastico, se i Decreti verranno ratificati senza modifiche dal Consiglio. 

Accanto a cambiamenti di carattere organizzativo e gestionale, che interessano in modo trasversale  tutti gli ordini di scuola, tra le righe del DD n.72/2014, nei rimandi di legge che ad una superficiale lettura possono sembrare di poco conto, si cela in realtà un provvedimento che cambierà radicalmente l’organizzazione, e a nostro avviso anche la qualità, del lavoro educativo e di cura nei servizi alla prima infanzia della nostra Repubblica.

Il comma 4 dell’articolo 12 del Decreto Delegato sul riordino aumenta infatti il rapporto educatore-bambini nei nidi pubblici, equiparandolo ai livelli previsti nella Legge n.68/2004 in materia di servizi socio-educativi per la prima infanzia, legge che istituisce tra le altre cose la possibilità di aprire spazi gioco e asili nido privati.

In pratica dal prossimo anno scolastico, nelle sezioni dei “lattanti” (3-12 mesi) il rapporto educatore/bambini passerà da 1/3,5 (un educatore si occupava di 3 o 4 bambini) a 1/5.

Nella sezione dei “medi”(12-24 mesi) tale rapporto passerà da 1/5 a 1/7 e nella sezione dei “grandi” (24-36 mesi) da 1/7 a 1/9.

Contestualmente verrà aumentato anche il rapporto addetto/bambini, togliendo ulteriore prezioso supporto al lavoro educativo e di accudimento che caratterizza il progetto pedagogico del nido, quel lavoro che, fino ad ora, era stato rispettoso dei tempi e dei bisogni del singolo bambino e della sua famiglia. 

Si ritiene che tale aumento nelle strutture pubbliche (che a differenza dei servizi privati operanti in Repubblica, sono fruibili da parte dell’utenza per un numero maggiore di ore al giorno, e dove normalmente vengono inseriti con accesso privilegiato o su segnalazione del servizio minori, bambini con bisogni educativi speciali, a volte anche solo di pochi mesi) sia del tutto lesivo della qualità del servizio, a totale discapito di una fascia di utenza 0-3 anni che dovrebbe essere quella più tutelata. 

Queste considerazioni ci portano a chiedere, con il sostegno delle 4000 firme raccolte, a tutte le forze politiche e alla Segreteria competente, di abrogare in sede di ratifica del Decreto il suddetto comma, preservando la qualità del servizio pubblico anche per la prima infanzia. A tal fine stiamo sollecitando la possibilità di avere un incontro con i capigruppo consiliari, così come richiesto già da tempo, prima della discussione in aula del Decreto, perché i bambini di domani possano ancora trovare nei nidi pubblici di San Marino quelle stesse possibilità di cura, accudimento  e educazione di cui hanno beneficiato in tanti anni intere generazioni di bambini.

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