Riunito il Direttivo della CSdl

Riunito il Direttivo della CSdl

L’analisi dell’ultimo periodo di attività sindacale è stata al centro dei lavori del Consiglio Direttivo Confederale CSdL riunitosi oggi. Il paese non dà nessun segnale di ripresa: tuttora sono molto di più i licenziamenti che le nuove assunzioni. La CSdL rivendica un deciso cambio di passo da parte della classe politica; non basta uscire dalla back list, occorre investire nell’economia per far ripartire il paese. In tal senso le stesse banche devono mettere a disposizione dell’economia reale il credito necessario per consentire alle imprese di partire o di superare periodi di difficoltà.

Ma di iniziative per favorire la ripresa dello sviluppo non c’è nessuna traccia nella legge di finanziaria 2014: è solo un rendiconto contabile della gravissima situazione economica del paese, che va ad aggravare ulteriormente il passivo dello Stato. L’unico scopo è quello di fare cassa con una serie di misure unilaterali, tra cui spiccano i tagli alle retribuzioni dei lavoratori pubblici e il gravissimo attacco ai fondi pensionistici dei lavoratori dipendenti.

Sul piano del metodo, il Direttivo ha sottolineato l’estrema difficoltà incontrata dal sindacato nello svolgere il confronto, dato che il Governo ha modificato continuamente e profondamente il testo, sfornando fino a ieri una serie ininterrotta di emendamenti. Con le misure previste, ammonterà a circa 84 milioni di euro il debito complessivo del bilancio pubblico verso i fondi pensionistici. Tra gli interventi per il 2014, si prevede il non versamento delle risultanze attive del fondo pensioni per il 2012; viene dimezzato il contributo (10%) che per legge lo Stato deve versare al fondo pensioni lavoratori dipendenti, passando dal 10 al 5%, e ora il Governo vuole prelevare anche le risorse residue del Fondo di riserva di rischio (5 milioni), fondo dilapidato negli ultimi anni (ammontava a 34 milioni di euro) principalmente per pagare le pensioni dei lavoratori autonomi e dei pensionati.

La CSdL si oppone fermamente a questo saccheggio del fondo pensioni che impoverisce principalmente le risorse dei lavoratori dipendenti.

La finanziaria 2014 si accanisce particolarmente sui lavoratori del pubblico impiego, con la previsione di tagli lineari sugli stipendi dei dipendenti pubblici dell’1,5% sulle retribuzioni da 1.800 euro in su, e l’abbattimento delle retribuzioni dei lavoratori precari, con il taglio del 5% sugli stipendi. Non è accettabile che un aspetto contrattale venga trattato unilateralmente nella finanziaria, senza nessuna possibilità di negoziazione, tanto più considerando che i dipendenti pubblici hanno il contratto scaduto da un anno.

Sulla trasformazione dell’ente Poste in SpA, il sindacato rivendica quanto meno il necessario confronto negoziale. I lavoratori delle poste, riunisti ieri sera in assemblea, hanno deciso di intraprendere le più opportune iniziative di lotta, le cui modalità verranno definite nelle prossime settimane.

In generale, è molto forte la preoccupazione per l’immobilismo e la miopia della classe politica di fronte alla gravità della crisi economica e occupazionale. La categoria sociale più colpita da questa assenza di prospettive è quella dei giovani, che stanno uscendo da San Marino per trovare all’estero una qualche opportunità di lavoro.

Un paese che perde i suoi giovani, è destinato inevitabilmente al declino.

E’ ora di mettere in campo un’azione forte per far ripartire l’economia del paese e ridare fiducia ai cittadini costruendo un nuovo modello di sviluppo che abbia al centro il lavoro e l’economia reale e i più elevati livelli di tutela sociale.

 

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