Roberto Sommella, Mf, San Marino chiede aiuto a Draghi

Roberto Sommella, Mf, San Marino chiede aiuto a Draghi

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San Marino chiede aiuto a Draghi – La Rocca chiede aiuto a Draghi

di Roberto Sommella

Il segretario di Stato alle Finanze Gatti cerca una exit strategy alla crisi finanziaria che sia colpendo la piccola Repubblica. Con Via Nazionale forse una vigilanza bancaria consolidata. Mercati in allerta

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San Marino prova ad affidarsi in extremis alle cure della Banca d’Italia. Travolta dalle polemiche dimissioni dei vertici della Banca Centrale, la Rocca ha deciso di prendere il toro per le corna e dare corso a un accordo con Via Nazionale per la vigilanza creditizia su cui, però , manca ancora l’assenso del governatore rc Mario Draghi. E questa la posizione ufficiale del governo della piccola Repubblica espressa a MF-Milano Finanza dal Segretario di Stato alle Finanze, Gabriele Gatti, giusto all’indomani dell’addio del presidente e del direttore generale della Banca Centrale, rispettivamente Biagio Bossone e Luca Papi. «Alla luce delle dimissioni di Bossone e Papi voglio rimarcare subito una cosa: potenzieremo e rafforzeremo il ruolo della nostra Banca Centrale», attacca Gatti, «anche per questo intendiamo dare corso a un accordo con la Banca d’Italia per la vigilanza consolidata sugli istituti di credito». In che cosa consiste questo protocollo d’intesa su cui, secondo fonti istituzionali, manca il decisivo via libera di Palazzo Koch? Lo spiega lo stesso ministro del governo sammarinese. «Sulla base di questo accordo, che prende le mosse da quello finanziario siglato mesi fa con il governo italiano, le banche che operano sul nostro territorio potranno essere soggette anche a controlli da parte della Banca d’Italia oltre che dalla nostra Banca Centrale». Gatti non vuole parlare di commissariamento di un’intera piazza finanziaria (che su 13 miliardi di massa amministrata a causa dello scudo fiscale si è vista portar via 4,5 miliardi di euro) ma gli somiglia molto. E non è detto che basti, visto che Bossone e Papi provenivano proprio dalla Banca d’Italia e sono andati via sbattendo la porta. Sarà difficile ora trovare sostituti in tempi rapidi, come ammette lo stesso Gatti. «Siamo un po’ in mezzo alla bufera e le dimissioni sono arrivate come un fulmine a ciel sereno. Per ora non abbiamo individuato nessuna figura ma posso dire che l’intenzione del governo di San Marino è di continuare a valorizzare le professionalità interne. Noi volevamo camminare con le nostre gambe, poi sono arrivati gli scontri con la vigilanza e tutto è precipitato», aggiunge.

Ora il governo della Repubblica punta a effettuare una rapida ricognizione sul ruolo della banca centrale ma i tempi stringono e secondo alcuni osservatori questa vicenda, che va ad aggiungersi a quella giudiziaria legata al caso Delta e alle difficoltà post scudo, non potrà che causare un’attenta osservazione da parte dei mercati finanziari di tutta la situazione sammarinese. Con risvolti im prevedili. «Il governo resta in carica e non ci sarà nessuna crisi», ribatte per Gatti. « Ora dobbiamo ripartire da zero: innanzitutto creeremo le strutture di controllo perché siamo i primi a essere consapevoli che un centro finanziario ha bisogno di una forte vigilanza. Peccato per le dimissioni di Bossone e Papi. perché l’Fmi da poco aveva esortato il iiosti’o Stato ad andare avanti sulla strada delle riforme e l’Ocse ci aveva tolti dalla lista grigia dei paradisi fiscali». Sui veri motivi di dissenso con i vertici della Banca Centrale, però , nessuna parola e la preoccupazione è molta, anche dalle parti di Via Nazionale, dove da tempo si erano rimarcate le numerose manchevolezze del sistema creditizio sammarinese.

Lo scontro tra Banca Centrale e governo di San Marino era in corso da dicembre scorso ma solo martedì 9 febbraio è esploso. Il passo indietro di Bossone e Papi era nell’aria da una settimana, da quando cioè Stefano Caringi, capo della vigilanza, era stato rimosso dall’incarico di responsabile della vigilanza. A fine 2009 Caringi aveva rilasciato alla Procura di Forlì dichiarazioni considerate oltraggiose nei confronti del sistema bancario sammarinese ma i tre della Banca Centrale hanno sempre dichiarato di aver agito per il meglio, subendo invece pesanti ingerenze da parte dell’esecutivo della Rocca. Su tutta la vicenda ha poi pesato, come detto, il caso Delta, la società di credito al consumo collegata a esponenti di spicco della finanza di San Marino, prima commissariata da Bankitalia e poi posta in amministrazione straordinaria.

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