San Marino. A Fiorentino va in scena Ravensbrück: vedremo l’erba verde

San Marino. A Fiorentino va in scena Ravensbrück: vedremo l’erba verde

Lo spettacolo teatrale racconta il Campo di concentramento per sole donne dimenticato dalla storia

Il prossimo 6 febbraio alle 21 – annuncia la Segreteria di Stato per l’Istruzione -, presso il Centro Sociale di Fiorentino, in adesione ai programmi sulla Giornata della Memoria, andrà in scena Ravensbrück: vedremo l’erba verde, uno spettacolo di Teatro Officina Zimmermann e Alma Entertainment con Katia Castiglioni, Martina Pari, Isabella Pelliccioni, Sergio Sansone e Ute Zimmermann che racconta la vita nel campo di concentramento di Ravensbrück, l’unico campo per sole donne, (dimenticato dalla storia) dove venivano sistematicamente rinchiuse e torturate donne senza fissa dimora, definite asociali, malate di mente, disabili, testimoni di Geova, oppositrici politiche, attiviste della resistenza, comuniste, zingare, lesbiche, vagabonde, prostitute, mendicanti, ladre, ebree. Donne considerate di razza inferiore e reiette che andavano corrette, punite ed estirpate dalla società, per evitare che contagiassero la razza ariana. Una struttura voluta da Himmler e da cui, in sei anni, transitarono circa 130mila prigioniere, provenienti da più di venti paesi europei, con la pesante stima approssimativa di circa novantamila vittime, rimanendo nell’incertezza il dato esatto, per la scarsa documentazione superstite. Sono rimaste invece indelebili, nel ricordo delle sopravvissute, le più assurde sevizie, subite da una moltitudine di donne: esperimenti medici, torture, sterilizzazioni, esecuzioni sommarie, oltre ai ritmi dei lavori forzati.

La narrazione si intreccia con i ricordi di un’attrice che, per ripensare a ciò che è accaduto durante il periodo nazista da un particolare punto di vista, quello di un’adolescente tedesca, nata alla fine degli anni ‘50, che a 14 anni scopre con dolore che il suo paese si è macchiato di crimini orrendi.

“Se la Germania dichiara oggi a voce alta la propria responsabilità eterna per la Shoah, non è stato sempre così. Alla fine della guerra e per molti anni dopo, si preferì voltare pagina, senza risvegliare i fantasmi del passato, ignorando la tragedia e gli artefici di quanto era accaduto”.

La narrazione di Ravensbrück nasce da un laboratorio tenutosi al Centro Sociale di Fiorentino e si documenta con una ricerca tramite le testimonianze raccolte ne “Il cielo sopra l’Inferno”, “Ravensbrück, il lager delle donne”, “Il ponte dei Corvi” e i ricordi di Ute Zimmermann.

L’evento è organizzato con il Patrocinio della Segreteria di Stato Istruzione e Cultura e in collaborazione con il Centro Sociale di Fiorentino.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy