San Marino. Aborto, Rete deposita pdl per recepire il referendum

San Marino. Aborto, Rete deposita pdl per recepire il referendum

Rete deposita progetto di legge per recepire il referendum sull’aborto

Il Pdl depositato domenica 6 giugno. La proposta del movimento crea subbuglio in casa democristiana

Antonio Fabbri

Il gruppo consiliare di Rete ha depositato domenica 6 giugno un progetto di legge finalizzato a recepire il quesito referendario sull’aborto.

Il testo normativo è intitolato “Tutela e promozione della salute sessuale e riproduttiva della popolazione sammarinese”. Si tratta di un progetto di legge composto di 17 articoli che vanno dall’educazione sessuale all’accesso ai metodi contraccettivi, al potenziamento dei servizi sanitari, ma che ha il suo fulcro nella interruzione volontaria di gravidanza.

All’articolo 7 il progetto di legge cita: “Procedura ordinaria per l’interruzione volontaria di gravidanza”. 

Così si legge al primo comma: “1. La donna assistita ISS in stato di gravidanza può richiedere l’interruzione volontaria di gravidanza al proprio ginecologo presso l’Istituto per la Sicurezza Sociale entro la fine della dodicesima settimana di gestazione, senza obbligo di fornire alcuna motivazione a tale richiesta. Le settimane di gestazione devono essere certificate dal ginecologo”.

Nei commi successivi viene normata la casistica della possibile interruzione di gravidanza. La valenza del progetto di legge è tuttavia, evidentemente, anche quella di recepire il quesito referendario, richiamando, dal punto di vista della formulazione delle norme, proprio lo stesso quesito. Un recepimento che, dunque, a quel punto, eviterebbe la celebrazione della consultazione referendaria.

Risvolti politici La presentazione del progetto di legge da parte di Rete avrà certamente anche dei riflessi sui rapporti politici.

A quanto si sa già ieri, una volta pubblicato sul sito del Consiglio grande e generale il Pdl depositato, si è creato un certo subbuglio in casa democristiana che, pare, ieri sera abbia addirittura riunito i propri vertici.

Di certo, con la presentazione del progetto di legge, Rete alza la temperatura in maggioranza, sapendo di poter contare in Consiglio in un consenso trasversale a sostegno del progetto di legge. Pdl che, sempre sul piano politico, potrebbe essere utile a Rete per smarcarsi dall’egemonia Dc, recuperando agli occhi dei suoi elettori, almeno in parte, un po’ della credibilità che ha perso.

L’argomento, tuttavia, è altamente divisivo per la maggioranza, dove il partito più grande, la Dc, che basa il proprio statuto sulla dottrina sociale della chiesa, potrebbe mal digerire una azione come questa che non pare essere stata concordata con gli alleati e che, quindi, non mancherà di avere strascichi significativi.

Nelle dinamiche politiche, poi, se ne innescano anche alcune amministrative. All’argomento, sempre usato nel recepimento di quesiti referendari, relativo al risparmio dei costi, si unirebbe un problema più operativo, considerato il fatto che l’ufficio elettorale, che gestisce ovviamente la preparazione delle urne, a luglio, a quanto si sa, dovrebbe restare senza vertice per l’imminente pensionamento del Dirigente.

Al di là di questo impedimento, comunque superabile, lo scoglio maggiore pare essere politico, considerato che le divergenze sui diritti civili non hanno mai garantito troppa serenità alle maggioranze a guida democristiana. 

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