San Marino. Accusato un badante di aver rubato monete d’oro, armi e attrezzi per 130mila euro

San Marino. Accusato un badante di aver rubato monete d’oro, armi e attrezzi per 130mila euro

Rassegna stampa – Rubate monete d’oro, armi e attrezzi per 130mila euro. Imputato un badante. Il collaboratore familiare di origine ucraina assisteva un anziano sammarinese. Rientrato nel suo Stato nel maggio 2019 doveva tornare dopo pochi giorni, ma non si è più visto

ANTONIO FABBRI – La vicenda è singolare e ha causato alla famiglia della quale, secondo l’accusa, è stata tradita la fiducia, un ingente danno quantificato in 130mila euro.

A tanto ammonta il valore di tutto quello che l’uomo, Oleg Vasylenko, 48enne ucraino, avrebbe nel tempo sottratto, stando alle accuse per le quali è imputato, alla famiglia sammarinese per la quale lavorava come assistente familiare. In particolare l’uomo assisteva un anziano dal 2014 e, proprio per questo suo ruolo, aveva accesso a un caveau posto sotto l’abitazione dove erano custodite in particolare armi da collezione, fucili e una pistola, che il padrone di casa deteneva.

Tra i compiti dell’assistente familiare c’era, appunto, anche quello di mantenere le armi pulite, funzionanti e oliate, come ha riferito ieri in aula, a domanda del Procuratore del fisco, Roberto Cesarini, la moglie dell’anziano che a suo tempo presentò denuncia. Denuncia soprattutto perché le armi, regolarmente registrate e detenute, erano ovviamente intestate al titolare ed è evidente che qualsiasi uso improprio ne dovesse essere fatto possa causare problemi.

Secondo l’inventario fatto quando la famiglia si accorse del furto e ripreso dal provvedimento di rinvio a giudizio, l’uomo avrebbe sottratto sette fucili e una pistola che, a oggi, non si sa che fine abbiano fatto. Non è dato sapere se siano finiti in Ucraina o piazzati in Italia o in altro Stato.

Una rogatoria è stata fatta in Ucraina, ma “in questo periodo le autorità di quello stato hanno probabilmente altro a cui pensare”, ha rilevato in udienza il Procuratore del fisco.

Oltre alle armi, l’uomo nel tempo ha sottratto anche 8 monete d’oro sammarinesi da collezione, emesse negli anni ‘70; attrezzi per il giardinaggio tra cui un decespugliatore, una motozzappatrice, forbici da giardinaggio, una pompa a immersione.

Del furto la famiglia si accorse quando nel maggio 2019 l’uomo, tornato per un periodo in Ucraina a Leopoli sua città di origine, avrebbe dovuto fare ritorno dopo circa una settimana. Sul Titano, però, non si vide più. A quel punto la famiglia scoprì l’amara sorpresa e, inventariato quello che mancava, presentò denuncia.

Ieri la prima udienza davanti al Commissario della legge Vico Valentini. Il Pf ha sollevato, nelle questioni preliminari, il fatto che nella contestazione non sia stata prevista l’aggravante del rapporto familiare e di lavoro dipendente dell’imputato. “Effettivamente questa aggravante non è stata inspiegabilmente contestata”, ha rilevato il giudice. Senza la contestazione dell’aggravante, il reato si sarebbe prescritto a marzo scorso. Prescrizione che ha invocato l’avvocato d’ufficio Marco Berardi.

Il giudice Valentini, tuttavia, ha deciso di rimettere gli atti in istruttoria perché l’inquirente riformuli l’imputazione tenendo conto della eventuale contestazione dell’aggravante rilevata in udienza.

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy