“Sono stati 191 i nuovi nati a San Marino nel 2023, il numero più basso mai registrato, corrispondente a poco più della metà dei nati di un decennio fa. Vista questa tendenza, c’è da aspettarsi che per il 2024 vada ancora peggio”.
E’ un grido d’allarme quello che arriva dalla CSdL, che spiega: “Un numero così basso di nuove nascite ha delle conseguenze devastanti per il futuro del paese, e deve suonare come un campanello d’allarme per l’intera collettività. Tra i temi dello sciopero generale proclamato per lo scorso 15 dicembre, c’era anche la richiesta di dare risposte a questo inverno demografico; i tre sindacati hanno chiesto interventi per favorire la natalità, attraverso l’aumento e l’estensione delle indennità per maternità e per aspettativa, con lo stanziamento di un milione di euro per assicurare un reddito minimo per i primi tre anni di vita del bambino a tutte le madri, in particolare per quelle con contratti precari e part-time o che siano disoccupate”.
Una richiesta respinta dalla maggioranza di Governo. “In tal senso – ha dichiarato a “CSdL Informa” il Segretario Enzo Merlini – “le forze politiche hanno sostenuto che non si tratta solo di destinare risorse economiche per le donne, ma che il problema va affrontato da molti punti vista, includendo il tema dei servizi di supporto alla famiglia.
Aggiunge la CSdL: “È un modo, da parte della politica, per riconoscere che questa necessità esiste, e in sostanza che il sindacato ha ragione, ma che dovrà essere affrontata in una maniera più organica, senza tuttavia assumersi nessun impegno preciso e stringente. Sappiamo bene che è impossibile progettare un intervento a 360 gradi in questo periodo di fine legislatura.
È il solito vecchio metodo per sfuggire alle proprie responsabilità; in attesa di mettere in atto un’azione a largo raggio, questo intervento concreto richiesto dai sindacati si doveva realizzare, per dare fin da subito un sostegno efficace alla maternità.
La denatalità va arginata anche attraverso la stabilità e la qualità del lavoro, per offrire alle giovani famiglie le garanzie economiche necessarie per progettare il proprio futuro. Vanno colmate alcune lacune presenti nella legge sulla famiglia del 2022, riconoscendo il diritto per i genitori che lavorano a maggiori congedi parentali retribuiti, ad esempio per le malattie dei figli.
Fondamentale è anche una politica dell’abitazione che assicuri il diritto alla casa per le giovani coppie, rendendo disponibili e a costi accessibili gli appartamenti necessari, mettendo un freno all’aumento indiscriminato degli affitti e dei mutui.
Riconosciamo che sul tema degli interessi sui mutui prima casa sono stati fatti due interventi che vanno nella direzione giusta: dopo un l’incremento dell’intervento pubblico per gli interessi, un recente decreto consente di posticipare il pagamento di una parte degli interessi senza che ciò ne provochi l’aumento dell’importo complessivo. Resta il fatto che sempre meno persone possono permettersi l’accensione di un mutuo senza avere alle spalle il sostegno della famiglia.
E mentre assistiamo a questo preoccupante indebolimento del ricambio generazionale, di importanza vitale per qualunque comunità, e al sempre crescente invecchiamento della popolazione, continuiamo a leggere che vengono rilasciate residenze per gli sportivi e per i pensionati”.
Secondo la CSdL “occorre invece invertire rapidamente la tendenza, incentivando semmai l’arrivo a San Marino di persone e famiglie giovani, anche con figli. In proposito, dovrebbe far riflettere anche il trend del numero dei residenti, che continua a crescere ma in misura molto ridotta rispetto a qualche anno fa, non solo per effetto della denatalità.
È una questione di prospettiva: rispetto all’incasso immediato (ammesso che sia significativo) derivante dalle residenze attualmente concesse, rivolte a sfruttare le opportunità del momento, bisognerebbe puntare su quelle che abbiano come presupposto un reale radicamento con il territorio.”