San Marino. Anche il professor Treggiari scrive alla Reggenza

San Marino. Anche il professor Treggiari scrive alla Reggenza

“Inammissibile prevaricazione del potere politico su quello giudiziario”

Anche il professor Treggiari, uno dei due vincitori del concorso per i giudici di appello, scrive alla Reggenza

Antonio Fabbri

L’ostruzionismo sulla presa d’atto dei giudici voluto dalle ex opposizioni, che con aspirazioni da futura maggioranza di Governo hanno già dichiarato di volere mettere mano al e sul tribunale, pesa ora sulla posizione della Reggenza che, si badi bene, non è messa in difficoltà, come si vorrebbe far passare, da chi richiede un atto dovuto, ma da chi, ribaltando sistematicamente la realtà e piegando le istituzioni ai propri scopi, quell’atto dovuto lo impedisce e lo mette in dubbio. Succede così che dopo il professor Morrone, anche il professor Ferdinando Treggiari, l’altro vincitore del concorso, si rivolge alla Reggenza.

Il professor Treggiari ripercorre le notizie di stampa emerse in questi giorni e ribadisce che la “presa d’atto” non è un esercizio di potere discrezionale, né può in alcun modo incidere sulla validità del concorso: “è invece il mero esercizio del potere di conoscenza del risultato del concorso spettante all’organo consiliare; tant’è che non è oggetto di alcuna votazione”. Quello che, insomma, si va ripetendo da giorni e che sarebbe ovvio per chiunque, senza neppure bisogno di essere giuristi, se solo si ragionasse secondo logica e senza secondi fini. Tant’è che nella sua lettera il professor Treggiari è ancora più chiaro: “Se così è, che il Consiglio Grande e Generale abbia sinora eluso di compiere la presa d’atto di un concorso bandito su suo stesso impulso, è circostanza, oltre che contraddittoria, molto grave, perché direttamente lesiva del riparto delle prerogative spettanti agli organi costituzionali. Questa elusione concreta infatti una inammissibile prevaricazione del potere politico sul potere giudiziario, rendendo attuale, ove persistesse , un conflitto di attribuzione”.

Ma non finisce qui, perché nella sua lettera il professor Treggiari aggiunge: “E’ intanto sotto gli occhi di tutti quanto il colposo differimento della presa d’atto dell’esito del concorso a Giudici di Appello, abbia contribuito ad invelenire ed avvilire il dibattito pubblico, scivolato in questi mesi su una china quasi surreale, per di più amplificata da organi di stampa adusi a confondere l’informazione con l’insinuazione. Ne ha fatto le spese anche il sottoscritto, a cui è stata inopinatamente addebitata un’ipotetica decisione di un futuribile processo amministrativo di secondo grado: senza considerare (ma la calunnia non bada ai dettagli) che una volta nominato Giudice d’appello mi occuperei del solo contenzioso civile; e senza voler ricordare i casi giudiziari di risonanza pubblica che ho già trattato e deciso con la più nitida imparzialità nella mia attuale veste di Giudice dei Rimedi Straordinari”

Così, dopo l’escursus sulle notizie dei giorni scorsi relative al bando e alle insinuazioni attorno al concorso, del cui esito il professor Treggiari scrive di non avere avuto comunicazione ufficiale, formula alla Reggenza alcune istanze. “Istanze volte a tutelare il diritto del sottoscritto di essere nominato all’Ufficio che gli compete senza alcun ulteriore ritardo alla sua presa di esercizio, pena l’esposizione dello Stato sammarinese ad una rivalsa anche patrimoniale per l’ingiustificato e colpevole differimento dell’assunzione di nuovo incarico”.

Così il professor Treggiari chiede in sostanza due cose ai Reggenti Luca Boschi e Mariella Mularoni: la prima di avere accesso agli atti del concorso pubblico per il reclutamento di due Giudici d’appello in materia civile e amministrativa, al fine di avere conoscenza del suo esito e poter far valere “nell’ipotesi che dall’esame di quegli atti il sottoscritto ne risulti vincitore, la propria legittimazione ad azionare ogni diritto nascente da tale titolo”; la seconda richiesta perentoria è di convocare nel più breve tempo possibile una seduta straordinaria del Consiglio perché si proceda alla doverosa presa d’atto della graduatoria del concorso.

 

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy