San Marino. Andrea Zafferani (Rf) risponde ad Alleanza riformista: “Viva un po’ più serenamente l’anno che ci separa dalle elezioni”

San Marino. Andrea Zafferani (Rf) risponde ad Alleanza riformista: “Viva un po’ più serenamente l’anno che ci separa dalle elezioni”

A stretto giro arriva la replica di Andrea Zafferani, consigliere di Repubblica futura, a quanto dichiarato recentemente da Alleanza riformista.

“Confesso di essere un po’ sorpreso: non credevo che affermare che un partito che sta nascendo ha bisogno di tempo per strutturarsi fosse un reato (politico, s’intende, visto che gli avvocati d’assalto di Alleanza riformista tengono particolarmente alla precisione giuridica); mi sembrava anzi la cosa più naturale del mondo, tanto che mi ero quasi rammaricato di essere stato così ‘delicato’ verso questo guazzabuglio di consiglieri senza base che sta costituendo questo partito.

Con gli altri colleghi della ex coalizione di maggioranza ero infatti stato ben più pesante nel rendere noto alla popolazione il perché temono come la peste le urne, mentre ad Alleanza riformista avevo detto che avevano ’solamente’ bisogno di tempo per strutturarsi.

Ma tant’è, prendo atto che anche questa ovvia constatazione ha irritato il pool di avvocati del nascente partito, che si sono messi subito in ‘modalità Tribunale’ (l’unica che sanno praticare) e hanno attaccato.

Col solito stile, ovviamente, quello di citare a sproposito e a caso il classico campionario di ‘parole motivazionali’ (quelle che servono a costruirsi una identità e a creare spirito di squadra quando non sai cosa fare, cosa dire e quando non sai cosa ti unisce) sulla passata legislatura: in questo caso Confuorti e Zte.

Tema quest’ultimo su cui non poteva mancare la minaccia giudiziaria, in pieno stile Alleanza riformista dato che questo è l’unico modus operandi che sanno percorrere: della serie, ’attento che se esageri mandiamo avanti il procedimento penale’ (aperto da oramai quasi 3 anni, per la cronaca). Questo è il contesto che questa gente ha creato, e i cittadini devono saperlo.

Su Zte, viste le allusioni a vanvera che sono state fatte, mi limito a precisare ancora una volta che il luogo dove sono finiti i circa 7 milioni (7, non 13 come ha scritto Ar) di euro è facilissimo da sapere: sono finiti a Zte, uno dei primari operatori di telecomunicazioni del mondo, la quale in cambio ci ha consegnato la merce con cui avremmo costruito la rete dello Stato, che poi avremmo affittato a operatori come Wind (con cui l’accordo economico era già concluso) e Vodafone (con cui si stava concludendo) a offrire i loro servizi, garantendoci almeno 2,5 milioni all’anno di entrate (oltre appunto a migliori servizi ed una sana concorrenza).

Purtroppo, dobbiamo parlare al condizionale, perché quella merce è ferma nei magazzini di Aass e il progetto è stato abortito a inizio legislatura, nella furia distruttrice della nuova maggioranza su tutto quello che si era fatto in precedenza.

Così, per questa scelta della nuova maggioranza, abbiamo speso i soldi e non abbiamo avuto un euro di entrate; da 4 anni non abbiamo fatto un progetto che sia uno per fare crescere le telecomunicazioni in questo Paese. Geniale, direi!

Ho spiegato mille volte anche pubblicamente queste questioni e sono pronto a ribadirle in ogni sede e in ogni momento a chi davvero vuole approfondire davvero cos’era quel progetto e che vantaggi ci avrebbe dato.

Al netto di questa doverosa spiegazione, auguro ad Alleanza riformista di vivere un po’ più serenamente questo anno che ci separa dalle elezioni, di provare a mettere un attimo in naftalina gli approcci del suo pool di avvocati d’assalto in modo da potersi giocare la sua partita politica con argomenti un po’ diversi rispetto alla continua minaccia della clava giudiziaria, che è un metodo che credo abbia abbondantemente stufato anche i cittadini.

Per il resto tanti auguri, noi saremo serenamente e felicemente dall’altra parte rispetto a questa gente, a questi approcci e a questi metodi, con cui non abbiamo nulla a che spartire”.

Andrea Zafferani, consigliere di Repubblica futura

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